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Tratto dal sito cir-onlus.org

Le molte preoccupazioni sul diritto di asilo in Europa

Comuniato congiunto delle Ong italiane

Con una iniziativa senza precedenti, le organizzazioni di tutela dei rifugiati e dei diritti umani di tutta Europa fanno appello, congiuntamente, all’Unione Europea affinché metta da parte uno dei principali elementi che hanno condotto alla formulazione del Sistema Comune Europeo di Asilo.
Tali Organizzazioni sono preoccupate per il fatto che le proposte che definiscono alcuni paesi come “paesi di provenienza sicuri” o “paesi terzi sicuri”, e l’assenza di un diritto garantito per tutti i richiedenti asilo di rimanere nel paese in cui hanno fatto richiesta di asilo durante l’appello, violino gli obblighi internazionali cui gli Stati Membri dell’UE sono vincolati.

“Non pensiamo di avere altre opzioni, se non quella di invitare l’UE ad accantonare questa proposta sulle procedure di asilo, che è stata formulata in reazione a paure e pressioni populiste suscitate riguardo ad un flusso inesistente di rifugiati verso l’UE,” ha dichiarato Daphnè Bouteillet Paquet di Amnesty International, parlando in una conferenza stampa congiunta tenutasi a Bruxelles. “Non consideriamo più questa proposta credibile. Essa è in contrasto con gli obblighi assunti dalla stessa UE nella Carta dei Diritti Fondamentali”.
Le organizzazioni sui rifugiati e i diritti umani hanno reso pubblica una lettera congiunta diretta al Commissario europeo per la Giustizia e gli Affari Interni, Antonio Vitorino. La lettera lo invita a ritirare la proposta per una “Direttiva del Consiglio recante norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato”.La questione deve essere discussa dai Ministri di Giustizia e Affari interni nella riunione del 30 marzo, poiché la scadenza di Maggio per la conclusione dei negoziati è imminente.
“Sappiamo che le negoziazioni non si sono ancora concluse, ma in vista della scadenza di maggio fissata dal trattato di Amsterdam, il divario fra le proposte in discussione e il diritto internazionale invece di restringersi si sta ampliando,” ha affermato Maria-Teresa Gil-Bazo dell’ECRE (Consiglio Europeo per rifugiati ed esuli). “Siamo rammaricati per il fatto che le continue raccomandazioni provenienti dall’alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati e dalle organizzazioni della società civile siano state ignorate dagli Stati Membri.

La lettera delinea le preoccupazioni di tali gruppi riguardo al fatto che la Direttiva, nella sua forma attuale, violi i diritti umani internazionali e il diritto dei rifugiati. Le principali preoccupazioni includono:

· l’impiego del concetto di “paesi di provenienza sicuri” che fornisce una tutela procedurale minima ad alcuni richiedenti asilo, basata esclusivamente sul loro paese di provenienza;
· l’impiego del concetto di “paese terzo sicuro”, che tende ad addossare la responsabilità di gestione dei rifugiati ai paesi terzi, senza indagare se i soggetti coinvolti abbiano legami significativi con tali paesi e se esistano particolari circostanze per le quali il paese di destinazione potrebbe risultare insicuro per un richiedente specifico;
· l’assenza di uno specifico diritto per tutti i richiedenti asilo a rimanere nel paese di asilo in attesa di una decisione finale riguardante i loro casi, che potrebbe condurre al trasferimento dei richiedenti in paesi nei quali potrebbero subire torture o altre violazioni dei diritti umani; ed in alcuni casi potrebbe equivalere al refoulment, pratica contraria alla Convenzione sui rifugiati del 1951 e ad altri strumenti internazionali sui diritti umani.

Le organizzazioni che hanno firmato la lettera diretta al Commissario Vitorino hanno anche condannato il fatto che la Direttiva abbia tralasciato questioni critiche, quali la detenzione dei richiedenti asilo e il diritto ad un’assistenza legale a discrezione degli Stati Membri.
“Questa proposta negherebbe ad alcuni richiedenti asilo l’accesso a procedure complete ed eque, e li trasferirebbe in paesi esterni all’Europa“, ha affermato Ben Ward del Human Rights Watch. “Siamo profondamente preoccupati per il fatto che l’UE stia cercando di fare in modo che altri paesi si assumano le sue responsabilità.

Il CIR insieme ad Amnesty International, alla Federazione delle Chiese Evangeliche, a Medici senza frontiere, a Pax Christi, a Save the Children e all’ ICS-Consorzio Italiano di Solidarietà, esprime viva preoccupazione sull’impatto negativo che l’approvazione della Direttiva europea avrà sulla normativa di asilo in Italia.

La Proposta di Legge (Pdl) sull’asilo, attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, ha infatti già subito un radicale stravolgimento a seguito degli emendamenti proposti dal Governo, che prevedono norme procedurali restrittive che limiteranno fortemente l’accesso al territorio e alla procedura di asilo e ad una effettiva tutela giurisdizionale durante le varie fasi della procedura e che obbligheranno la maggior parte dei richiedenti asilo ad essere sottoposti a trattenimento in centri “chiusi”.