Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Mozione del Comune di Genova per il diritto di voto ai cittadini stranieri

Mozione

I sottoscritti consiglieri:

Considerato che:

– Le grandi trasformazioni sociali, economiche e politiche degli ultimi anni impongono una riflessione attenta sui principi della cittadinanza, della partecipazione, della coesione sociale e sugli strumenti di cui una pubblica amministrazione deve dotarsi per una loro piena e dispiegata applicazione;

– Per sviluppare un lavoro in questa direzione, il Comune di Genova ha aderito alla “Carta europea dei diritti dell’uomo nella città” proposta dal Comune di Venezia;

– Alla “Carta europea dei diritti dell’uomo nella città” hanno aderito tantissimi comuni italiani ed europei, di grandi e piccole dimensioni, e con amministrazioni di ogni colore politico;

– Tra le varie questioni relative alla cittadinanza, una delle più pressanti è quella relativa alle trasformazioni che la popolazione migrante – sempre crescente – pone alle nostre comunità;

Considerato infatti che:

– sempre più la nostra città (come del resto tutto il mondo occidentale) è meta di cittadini stranieri che cercano lavoro e una vita serena spesso fuggendo da situazioni di gravi difficoltà (guerre, persecuzioni politiche, povertà e carestie) presenti nei loro paesi di origine;

– la popolazione migrante di provenienza extra UE residente a Genova si attesta oramai intorno alle 20 mila unità;

– questo numero è destinato ad aumentare sino a circa 30 mila unità, alla conclusione del percorso della Sanatoria prevista dalla legge Bossi-Fini;

– secondo i dati – ancora parziali – della Prefettura la sanatoria dovrebbe concludersi a Genova con circa il 95% delle domande accolte;

– quest’ultimo dato testimonia di quanto, nonostante le gravissime ristrettezze imposte dalla legge Bossi-Fini, la stragrande maggioranza delle persone immigrate intenda vivere nel nostro paese e nella nostra città rispettando le normali regole della convivenza civile e democratica;

In virtù del fatto che:

– se ad un cittadino viene richiesto il rispetto dei doveri della cittadinanza democratica, a ciò dovrebbe corrispondere – perlomeno in uno stato di diritto avanzato – l’attribuzione, a quello stesso cittadino, di pieni diritti della cittadinanza democratica;

– il primo, e probabilmente più importante dei diritti in una democrazia rappresentativa, è il diritto di elettorato attivo e passivo;

– i diritti di elettorato attivo e passivo ai cittadini extracomunitari alle elezioni amministrative sono già riconosciuti in Irlanda (dal 1963), in Svezia (dal 1975), in Danimarca (dal 1981), in Olanda (dal 1985)e in Norvegia (dal 1993).

Considerato inoltre che:

– non è “principio della legge” la riserva del voto ai soli italiani alle elezioni amministrative: infatti votano in Italia i cittadini della Unione Europea nelle elezioni amministrative;

– l’art. 9 del Decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero) prevede espressamente il diritto di voto per gli stranieri extra UE, dicendo al suo comma 4 che “…il titolare della carta di soggiorno può: (…) partecipare alla vita pubblica locale, esercitando anche l’elettorato quando previsto dall’ordinamento e in armonia con le previsioni del capitolo C della Convenzione sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale, fatta a Strasburgo il 5 febbraio 1992.”

– Le modifiche recenti al Titolo V della Costituzione attribuiscono ruoli e competenze più forti agli Enti Locali e alle Regioni;

– Uno dei temi affrontati dalla “Carta europea dei diritti dell’uomo nella città” è proprio quello relativo all’attribuzione del voto alle elezioni amministrative per tutti i cittadini residenti, indipendentemente dal loro paese di provenienza;

– Lo Statuto di un Comune è il luogo che definisce il patto di cittadinanza e le regole democratiche della convivenza nella comunità di riferimento

Impegnano il Sindaco e

Il Presidente del Consiglio Comunale

in qualità di Presidente della Prima Commissione consigliare

a elaborare – in seno alla Commissione ed entro la fine dell’anno – una proposta di modifica di Statuto del Comune di Genova che preveda il diritto di voto alle elezioni amministrative per i cittadini stranieri di provenienza extra UE o apolidi residenti nel territorio Comunale;

ad elaborare proposte di modifiche dello statuto che recepiscano – in generale – i principi esposti nella “Carta europea dei diritti dell’uomo nella città”