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da Brescia Oggi del 18 aprile 2004

“Sguardi di mondi vicini, cinema e immigrazione” di Nino Dolfo

Il cinema come osservatorio sulla realtà del cambiamento. Si chiama «Sguardi di mondi vicini» la rassegna di film, video, cortometraggi e documentari che inizierà domani al cinema «Colonna» di via Chiusure, organizzata dal Punto In-Forma della Provincia e dall’associazione Centro migranti e curata da Detour. L’iniziativa si propone come momento di riflessione non solo sui disagi, le tensioni e i conflitti, ma anche sulle speranze, le aperture e la ricchezza che fanno da sfondo all’immigrazione, al confronto fra culture diverse.
Questo il calendario: domani sera, dopo «Omaggio a Jerry Masslo» di Vincenzo Leopardi, un documentario sull’intolleranza razziale in Sudafrica, sarà proiettato «Cose di questo mondo» di Michael Winterbottom, Orso d’oro al penultimo Festival di Berlino. Più che un film, un instant-movie, un documentario sul cammino della speranza, sull’odissea di due dannati della terra che tentano di sottrarsi al loro destino gramo. Jamal e Enayat, due profughi afgani di stanza in un campo vicino a Peshawar, Pakistan, scampati ai carri armati dei russi e poi alle bombe americane, partono alla volta di Londra, la terra promessa, dove forse, se non troveranno la ricchezza, almeno la miseria sarà sostenibile.

L’antica via della seta e dei carovanieri, ma questa volta percorsa al contrario. Hanno raccolto i risparmi delle famiglie e si sono messi nelle mani dei trafficanti di carne umana e della fortuna, che non sempre è provvida. Jamal è orfano e ha sedici anni, Enayat è più vecchio. Il viaggio clandestino si snoda tra deserti e strade polverose, tra contrattempi e ritorni indietro, tra esosi pedaggi e pernottamenti in squallide stanze. Stipati su camion tra cassette di frutta e montoni, attraversando frontiere con il cuore in gola e privati di ogni garanzia, blindati al buio dentro un container per quaranta ore di seguito.
Da Teheran a Istanbul, da Istambul a Trieste fino alle coste della Normandia, dove nella tendopoli di Sangatte una massa senza nome aspetta l’ora di una traversata. Girato in digitale, con la macchina a mano, con uno stile tirato via e sgranato, che traduce tutta la precarietà dell’esistenza, «Cose di questo mondo» è un film che pedina i suoi personaggi comunicando tutto lo strazio della loro condizione disumana.

Il 26 aprile, dopo «Thè alla menta e gianduiotti» di M.Claudia Origlia, un corto sul caso dell’immigrazione marocchina in Italia, sarà la volta di «Storie – Code Inconnu» dell’austriaco Michael Haneke, con Juliette Binoche. Un intreccio di destini sul tema dell’incapacità di comunicare, sulla confusione delle lingue sulla freddezza della società dei consumi. Il 3 maggio, dopo «Tìpota» di Fabrizio Bentivoglio, mediometraggio sulla diversità delle culture, sarà riproposto, in collaborazione con la Cineteca di Milano, «L’assedio» di Bernardo Bertolucci. Infine, il 10 maggio, sarà proiettata una selezione di documentari video e cortometraggi provenienti dall’Archivio dell’immigrazione di Roma. Tutte le proiezioni iniziano alle 21, l’ingresso è gratuito.