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Rimini: Lavorare a fianco dei detenuti/migranti

Intervista a Marcela Huizar dell’Associazione Todo Color

Marcela Huizar dell’Ass. Todo Color lavora come mediatrice culturale di lingua spagnola presso lo “Sportello Informativo detenuti stranieri” della “Casa Circondariale” di Rimini.

Domanda: Quali sono le motivazioni, gli obiettivi alla base del vostro Progetto “Detenuti Stranieri”?

Risposta: Come sappiamo il fenomeno dell’immigrazione è relativamente recente in Italia, quindi l’arrivo di persone da altre parti del mondo, con culture diverse, ha messo in difficoltà i diversi servizi pubblici, privati e socio assistenziali che non erano pronti ad affrontare questo cambiamento storico…

Nel caso di una Istituzione totale come il carcere, dove già esisteva un alto grado di disagio, questo cambiamento ha fatto aumentare ancora di più le problematiche.
Per questo motivo nel 1998 è nato il “Progetto detenuti stranieri” con l’obiettivo di non fare soltanto mediazione-linguistica e culturale ma anche di creare un gruppo di lavoro composto da operatori del A.U.S.L. (U.O. Dipendenze Patologiche), da educatori e agenti della casa circondariale di Rimini e dalla nostra associazione (Todo Color), per tentare di dare risposta alle diverse problematiche dei detenuti stranieri.

D: Com’è strutturato lo Sportello informativo? (quanti giorni alla settimana, in che orari, quanti gli utenti che usufruiscono del servizio ecc.)

R:L’orario dello sportello è il seguente:
Mercoledì e Venerdì dalle 9,00 alle12,00 con la presenza di mediatori di lingua araba, albanese, russo, cinese, portoghese, spagnolo.
La media degli utenti che si rivolgono allo sportello è di 5 o 6 al giorno.

D: Quali sono le principali richieste e domande rivolte a voi mediatrici culturali?

R: Innanzitutto vorrei sottolineare che alcune risposte alle domande dei detenuti vengono date immediatamente grazie alla collaborazione con l’ufficio matricola e l’ufficio educatori, mentre per altre richieste, con requisiti più complessi, è necessario il coinvolgimento di altri Enti o Istituzioni presenti sul territorio.
Ad esempio alcuni detenuti senza permesso di soggiorno non possono usufruire del patrocinio gratuito e devono ricorrere agli avvocati d’ufficio, che in molti casi sono assenti.
Per cercare di dare risposta a questa problematica la nostra associazione ha instaurato recentemente una collaborazione con il Servizio informativo/giuridico per lavoratrici e lavoratori immigrati del Comune di Rimini.

Alcune delle domande rivolte dai detenuti sono le seguenti:
– Informazioni sulle misure alternative alla detenzione;

– Informazioni sulla richiesta d’asilo politico;

– Contatti con i consolati dei paesi d’origine per avviare la prassi che dia la possibilità al detenuto d’accedere al patrocinio gratuito e la possibilità di ottenere il certificato d’identità;

– Contatti con i servizi socio-sanitari per le tossico dipendenze per avere la possibilità di essere inseriti in una comunità e quindi seguire un programma terapeutico;

– Informazioni su indirizzi di associazioni di immigrati sul territorio;

– Contatti con cooperative per l’inserimento al lavoro;

– Informazioni sulla legge Bossi-Fini: permesso di soggiorno (articolo 5); espulsione amministrativa (articolo 12); espulsione a titolo di sanzione sostitutiva alla detenzione (articolo 15); ricongiungimento familiare (articolo 23).

D: Oltre all’attività informativa all’interno dello sportello, svolgete, sempre all’interno del Carcere, interventi differenziati,laboratori, giornalino, pubblicazione di materiale multi-lingue ?

R: Abbiamo attivato diversi tipi di intervento:
– Collaboriamo alla redazione di “NOI” che è il giornale di un gruppo di detenuti ristretti nella Casa Circondariale di Rimini. Con questo giornale cercano di mettere a conoscenza di chi legge sia dei vari problemi delle persone detenute sia dei fatti che succedono all’esterno e che li hanno particolarmente interessati, nella speranza che l’opinione pubblica riesca a comprendere che chi sta scontando delle pene per reati commessi, ha realmente intenzione di riabilitarsi per avere un futuro migliore nella società.
– Dall’anno scorso nel periodo estivo partecipiamo alla attività del cine forum che ha come obiettivo di presentare opere cinematografiche con un contenuto educativo che possa aiutare alla riabilitazione dei detenuti. Il tema principale riguardava le istituzioni totali.
– Da quest’anno abbiamo iniziato la nostra collaborazione con la Scuola Elementare e Media all’interno dell’Istituto, con l’obiettivo di avvicinare i detenuti alla realtà italiana, per favorire l’integrazione e farli diventare un elemento attivo nella educazione scolastica di base.

D: Che cosa raccogli da un punto di vista più umano e personale rispetto a questa esperienza di lavoro all’interno di un’istituzione totale come il carcere e rispetto al contatto con i migranti rinchiusi essendo tu una donna e per di più “straniera”?

R: Dal punto di vista umano ho compreso realmente che le persone detenute sono degli essere umani come qualsiasi altro, che nessuno è delinquente per natura e spesso sono le circostanze avverse delle vita che li hanno fatto sbagliare. Anche i detenuti hanno il diritto di cercare di cambiare e di vivere felici, ma crediamo che questo non dipende soltanto da loro…

Come donna straniera mi sento più vicina a loro, perché so che lasciare la propria terra d’origine, a volte spinti dal sogno di una vita migliore, è una esperienza che non è facile da affrontare e che mette a dura prova la personalità di qualsiasi essere umano.