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da Il Manifesto del 20 giugno 2004

I nuovi schiavi di Blair di Orsola Casagrande

Costretti a lavorare gratuitamente in servizi comunitari (quelli generalmente riservati ai detenuti che devono scontare pene alternative) per «comprarsi» il diritto a rimanere in Gran Bretagna. Fino a quando, s’intende, non partiranno i rimpatri forzati. E’ questa l’ultima proposta del ministro degli interni britannico David Blunkett che ha presentato al parlamento un nuovo pacchetto di misure restrittive del diritto di asilo. Nel caso specifico, quei profughi a cui è stato negato l’asilo ma che per condizioni oggettive (per esempio perchè c’è una guerra) non possono essere deportati nei paesi d’origine, dovranno lavorare gratuitamente se vogliono continuare a percepire un minimo di sussidio che gli consenta di sopravvivere. La proposta andrà a colpire per primi i profughi iracheni. Si stima che siano almeno 16mila i cittadini iracheni (kurdi e arabi) che vivono in Gran Bretagna ma ai quali è stato negato asilo e rifiutato qualunque tipo di permesso. I rimpatri forzati inizieranno comunque molto presto, almeno stando a quanto dichiara lo stesso governo Blair che ha firmato un accordo con il governo provvisorio iracheno che prevede appunto le deportazioni. Intanto il rodaggio viene fatto in gran silenzio con i profughi somali. Soltanto nelle scorse settimane sono stati deportati numerosi profughi a cui era stato rifiutato l’asilo e questo nonostante il loro paese continui ad essere in guerra. L’anno scorso hanno fatto richiesta di asilo in Inghilterra quasi quattromilaseicento cittadini somali, il numero più elevato tra le varie nazionalità. Ma il governo Blair ha deciso di mantenere fede alla sua promessa: dimezzare entro settembre 2004 il numero di richiedenti asilo. I profughi in fuga vengono trattati come migranti economici e naturalmente il governo britannico si guarda bene dal riconoscere che molti di questi uomini e donne fuggono da paesi in cui la stessa Gran Bretagna è responsabile di guerre e di conflitti. L’Iraq è evidentemente l’esempio più calzante, ed è per questo che finora migliaia di cittadini iracheni giunti in Inghilterra sono stati semplicemente costretti alla clandestinità dal paese ospitante che ha negato loro asilo e permesso di soggiorno. Primi fra tutti ad essere rimpatriati forzatamente sono stati i kurdi iracheni: nella regione kurda infatti secondo il governo Blair non c’è più guerra e anzi quella è la zona più sicura di tutto l’Iraq.

Ma il pacchetto proposto da Blunkett in questi giorni riserva sorprese negative anche per i profughi che l’asilo l’hanno ottenuto: sarà infatti vietato loro di trasferirsi a vivere a Londra e nel sud-est.

L’arroganza e l’atteggiamento di superiorità che contraddistingue il governo new Labour sono sempre presenti. Non a caso un’altra norma proposta riguarda l’ulteriore modifica (in termini restrittivi) del diritto di appello. Il commento più appropriato al pacchetto Blunkett è forse quello di Mark Oaten, dei Liberal democratici: se il governo davvero vuole tagliare il costo dei sussidi, ha detto, che dia la possibilità a chi richiede asilo di lavorare per un salario decente mentre la loro domanda viene vagliata.