Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Piccolo di Trieste del 19 giugno 2004

Picconate e martellate simboliche nella caserma dismessa «Ugo Polonio» che dovrebbe ospitare i clandestini

Niente scontri con le forze dell’ordine

Picconate e martellate simboliche nella caserma dismessa «Ugo Polonio» che dovrebbe ospitare i clandestini. Niente scontri con le forze dell’ordine
Immigrazione, blitz dei Disobbedienti a Gradisca
Casarini: «No ai centri di protezione temporanea, né qui né altrove, basta coi lager»

GRADISCA: Picconate e martellate «per aprire una fuga ai migranti clandestini»: con questi strumenti ieri mattina un centinaio di giovani della rete di associazioni e movimenti che fanno riferimento alla galassia triveneta e lombarda dei centri sociali ha clamorosamente manifestato la sua contrarietà alla realizzazione di un centro di temporanea permanenza per immigrati del Nordest nella caserma dismessa «Ugo Polonio» di Gradisca. Non vi sono stati incidenti di alcun genere fra i manifestanti e le forze dell’ordine. «No ai cpt, né qui né altrove: non vi lasceremo mai in pace. Abbiate il coraggio di dire la verità, ma rassegnatevi: non realizzerete mai un altro cpt. Abbattere un lager dove finiscono disperati il cui unico crimine è fuggire dalla disperazione è un’azione del tutto civile». Questa la benedizione al fulmineo blitz da parte del leader dei Disobbedienti del Nordest, Luca Casarini: un messaggio forte e chiaro al Ministro degli Interni Giuseppe Pisanu, che nel gennaio scorso aveva garantito un congelamento dei lavori al governatore regionale Illy nel corso della sua missione romana con l’assessore Antonaz e l’ex sindaco della cittadina isontina Fabris.

Una garanzia che venne sbugiardata nemmeno 24 ore dopo da un’altra irruzione dei Disobbedienti: per la prima volta svelarono come i lavori propedeutici alla costruzione del cpt fossero in realtà iniziati da un pezzo. Proprio l’altro ieri il deputato provinciale dell’Ulivo Alessandro Maran ha rivolto assieme al collega Rosato un’interrogazione parlamentare rivolta al Ministro Pisanu in cui chiede spiegazioni sul lungo silenzio seguito a quel summit di palazzo Chigi e sulle reali intenzioni governative.
Da Trieste frattanto l’assessore regionale all’Immigrazione Roberto Antonaz fa sapere che «la posizione dell’ente regionale rimane la medesima assunta a suo tempo: forte contrarietà al cpt e la richiesta al Viminale di comunicazioni ufficiali sulle sue reali intenzioni.

Tre settimane fa abbiamo nuovamente sollecitato il Ministero». Per questo loro secondo blitz i Disobbedienti hanno fatto irruzione nella struttura, in molti a volto coperto, per smontare il più possibile quanto svolto dalla ditta romana incaricata dei lavori: demolite alcune strutture murarie, picconato parte del muro di cinta, danneggiate le tubature, divelti cavi ed alcuni quadri elettrici, sradicate le inferriate e le sbarre della discordia, preso a mazzate una ruspa e ricoperto di scritte la vastissima area. Il tutto mentre all’esterno prima Casarini e quindi il consigliere Metz coordinavano la protesta, sorvegliata a vista da un numero notevole di forze dell’ordine, ed incontravano i giornalisti mentre striscioni, fumogeni colorati e cori di protesta contro la legge Bossi-Fini riempivano l’aria. Il traffico sulla statale 305 veniva rallentato da una copiosa distribuzione di volantini.

Il raid è durato mezz’ora, sino a quando non è intervenuta la Digos: un cordone di manifestanti si è formato davanti al cancello della «Polonio» per permettere ai sabotatori di terminare la propria opera e di disperdersi. Solo allora le forze dell’ordine hanno potuto entrare nella caserma per verificare i danni. «Il Governo non creda di raccontare bugie: devono bloccare i lavori. Abbattere un lager è un’azione del tutto doverosa e civile» ha affermato Casarini.

Luigi Marciano