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da Il Manifesto del 19 giugno 2004

Ucciso dagli sfruttatori

Un rumeno riempito di botte e ricoverato per dieci giorni in rianimazione, un bulgaro gettato giù dalle scale e minacciato di morte, un altro operaio trovato in un fossato ai bordi dell’autostrada ai confini tra Lazio e Campania. Il segretario della Fillea-Cgil Roma e Lazio Sandro Grugnetti elenca quella che purtroppo è la normalità per diverse piccole imprese «che nulla hanno delle vere imprese ma sono assaltatori del mercato dell’edilizia». E per questo non si stupisce del fatto che questa volta qualcuno ci abbia lasciato la pelle solo perché rivendicava i soldi pattuiti per il lavoro svolto. Al nero e nella più totale clandestinità, se è vero che del fatto, avvenuto una settimana fa, se n’è avuta conoscenza solo due giorni fa e che neppure il sindacato si era accorto di nulla. I fatti. La notte tra il 7 e l’8 giugno Stanislaw Swietkowski, polacco di 32 anni residente a Ostia, e un suo connazionale, entrambi in possesso del permesso di soggiorno, incontrano sul lungomare di Ostia Giancarlo Abbà, 31 enne di Ostia, e Mirko Baciarello, 25 enne di Fiumicino, per farsi liquidare gli 800 euro pattuiti per un lavoro svolto in una villa dell’Olgiata per conto dell’impresa edile di cui è titolare Baciarello. Litigano.

Poi si dirigono verso il Porto di Roma. Ma vengono raggiunti dai due padroncini che li aggrediscono davanti a un bar armati di mazze di metallo. Uno dei due riesce a fuggire, Swietkowski rimane invece sotto i colpi degli aggressori. Quando arrivano i soccorsi le sue condizioni appaiono subito gravissime. Le botte ricevute gli hanno procurato la frattura della calotta cranica, dello zigomo e di alcune costole. Morirà dopo otto giorni di coma all’ospedale San Camillo, dove era stato trasportato dopo il ricovero al Grassi di Ostia proprio per la gravità delle sue condizioni. Il suo compagno se la cava invece con dieci giorni di prognosi. L’altro ieri i due picchiatori vengono arrestati con l’accusa di omicidio preterintenzionale. «Si tratta di un fatto gravissimo», commenta Grugnetti, per il quale casi del genere si ripetono di frequente e sono difficili da monitorare. I due malmenati infatti non erano censiti né dalla cassa edile né dal sindacato, dunque invisibili. Come loro secondo le stime della Cgil sarebbero almeno in 40 mila sul solo territorio laziale. Una buona fetta sono immigrati.

Ieri tra Ladispoli e Cerveteri sono stati controllati dai carabinieri otto cantieri edili. Questi i risultati dell’«operazione anticaporalato», che ha colpito più gli stranieri sfruttati che i loro padroni: un immigrato senza permesso di soggiorno arrestato perché non aveva rispettato un precedente ordine di espulsione; altri quattordici portati all’ufficio immigrazione del comune di Roma per avviare la pratica di espulsione; due datori di lavoro denunciati a piede libero altri segnalati all’ispettorato del lavoro di Roma per assunzione illegale e violazione della legge sulla sicurezza sul posto di lavoro. Durante le ispezioni due persone sono state sorprese mentre caricavano sulle loro autovetture alcuni stranieri irregolari offrendo loro lavoro in nero.