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da La Tribuna di Treviso del 26 luglio 2004

Esposto al Csm contro il giudice Luca

L’eurodeputato Mario Borghezio «Intelligenza giuridica applicata contro il vero spirito della legge»

La sentenza del giudice Deli Luca che ha assolto l’imprenditrice «rea» di aver assunto un solo clandestino – la norma si esprime al plurale, quindi, secondo questa interpretazione, servirebbero più clandestini per concretizzare un reato – fa infuriare la Lega Nord. Borghezio annuncia un esposto al Csm contro il magistrato trevigiano sollecitando un procedimento disciplinare e parlando di «intelligenza giuridica applicata ai fini contrari allo spirito della legge». Ignazio La Russa (An) annuncia una leggina per mettere una toppa che eviti altre «sentenze beffa».

La «sentenza della discordia» è stata pronunciata il 19 maggio scorso nel tribunale di Conegliano. In quell’occasione l’avvocato Cristina Cittolin ottenne l’assoluzione della sua assistita, Daniela Piccin, titolare della palestra Gym e Tonik di Vittorio Veneto, che aveva alle sue dipendenze un extracomunitario clandestino. Per l’avvocato Cittolin – tesi accolta anche dal giudice Luca – la legge parla di «lavoratori stranieri», quindi il caso singolare non è contemplato. Così l’imputata, che aveva impugnato un decreto penale di condanna, viene assolta «perché il fatto non è previsto dalla legge come reato». Il reato – è la motivazione – esiste solo quando i lavoratori irregolari assunti siano più di uno, come stabilito dalla legge. Insomma, un’interpretazione alla lettera che potrebbe rivoluzionare – se diventasse giurisprudenza costante – l’applicazione della legge sull’immigrazione, perché escluderebbe la punibilità, per esempio, di tutti coloro che asasumono una sola badante clandestina. La sentenza però non piace alla Procura Generale di Venezia che ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza del giudice Luca. Il testo del ricorso, sottoscritto dal procuratore generale Bruno Bruni, è stato notificato all’avvocato Cittolin lo scorso 19 luglio. E adesso il caso arriverà dritto sia in Parlamento sia nell’aula del Consiglio Superiore della Magistratura, perché Alleanza Nazionale e la Lega non hanno gradito l’interpretazione letterale della norma e sparano a zero contro una sentenza giudicata salva-clandestini, temendo che la decisione possa portare alla depenalizzazione di chi assume un solo straniero irregolare. Ignazio La Russa è già intenzionato a proporre l’approvazione di una leggina – norma formata da un solo articolo – che taglierà la testa al toro inserendo nella legge la dizione «uno o più lavoratori». La Lega Nord è d’accordo e si spinge oltre. Borghezio annuncia un esposto al Csm affermando che «lo spirito della norma era combattere il lavoro nero a prescindere dal numero degli assunti». Dall’altra parte, politici di schieramento opposto e fior di giuristi sono dalla parte del giudice trevigiano. Il penalista Giuliano Pisapia, parlamentare indipendente di Rifondazione Comunista, spiega che lo spirito della legge era proprio quello di non mandare in galera i nonnetti che si prendono la bandante (magari clandestina, a loro insaputa) e pronostica una conferma della sentenza del giudice trevigiano da parte della Corte di Cassazione.