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da Il Manifesto del 7 luglio 2004

Pisanu scarica i profughi di Cinzia Gubbini

Il ministro nega l'ingresso ai 37 sudanesi della Cap Anamur bloccata al largo di Agrigento

Roma – Disco rosso per la nave tedesca Cap Anamur, che da sette giorni è bloccata al confine delle acque territoriali con a bordo 36 sudanesi e un sierraleonese, salvati in alto mare mentre tentavano di raggiungere l’Italia con mezzi di fortuna. A sbattere ufficialmente la porta in faccia ai trentasette profughi, che dal 20 giugno si trovano sulla nave tedesca Cap Anamur, sono due voci autorevoli dell’Europa di serie A: l’Italia e la Germania. Per la prima volta il ministro dell’interno Beppe Pisanu è intervenuto esplicitamente sulla vicenda attraverso una nota diramata dal Viminale in cui esprime la sua posizione e quella del suo omologo tedesco Otto Schilly, riuniti ieri a Sheffield insieme ai ministri dell’interno dei cinque maggiori paesi europei. «Pur riconoscendo il delicato profilo umanitario della vicenda – si legge nella nota – i due ministri considerano assolutamente doveroso il rispetto della norma internazionale che impone la presentazione della domanda d’asilo nel luogo di primo approdo, in questo caso Malta, dei presunti profughi». «Una deroga, seppur per motivi umanitari, a questa norma – spiega ancora la nota – costituirebbe un pericoloso precedente e potrebbe aprire la strada a numerosi abusi. La vicenda della Cap Anamur, peraltro deve essere ancora chiarita». Dunque i profughi devono essere accolti da Malta, che in quanto paese «minore» non era presente alla riunione di Sheffield.

Ma di quale «norma internazionale» parlano i due ministri? «La convenzione di Dublino, di cui parlano i due ministri, stabilisce che il paese competente nell’esame della richiesta di asilo può essere individuato solo una volta che i presunti profughi abbiano fatto ingresso in uno stato europeo, e non certo prima», osserva Amnesty International Italia, per bocca del responsabile dell’area rifugiati, Francesco Messineo. L’Italia, quindi, sarebbe obbligata a far entrare la nave e solo una volta identificati i profughi potrebbe avviare le procedure per accertare lo stato competente. Lo stop alla nave tedesca, operato con le motovedette della Marina militare e della guardia di finanza di Porto Empedocle, assomiglia molto da vicino a un respingimento alla frontiera. Questo sì una violazione del diritto internazionale. Tra l’altro il presidente della ong Cap Anamur, Elias Birdel, ha ripetuto ieri che il salvataggio dei profughi è avvenuto in acque internazionali, a 100 miglia da Lampedusa e 180 da Malta, «forse c’è stato un equivoco, ma i nostri tracciati possono dimostrare tutto», ha spiegato Birdel. Finora nessuno ha voluto controllare i tracciati della nave, quasi che la parola dei governi avesse uno status di veridicità maggiore rispetto a quella della ong tedesca. D’altronde il filtrare tra governo italiano e governo rosso-verde tedesco la dice lunga sugli equilibri di potere nell’Unione, intenzionata ad utilizzare le nuove frontiere festeggiate il primo maggio come un comodo argine alla pressione migratoria. Malta per ora non si fa sentire, anche se diplomaticamente sostiene che quando la nave tedesca ha sfiorato le acque maltesi con i profughi a bordo (poco dopo il salvataggio) non ha ricevuto alcuna segnalazione né di aiuto né di richiesta di asilo. Segno che anche La Valletta non è entusiasta dell’idea di dover accogliere i profughi, ma non ha la forza sufficiente per opporsi ai «padri fondatori» dell’Unione.

E se il verde Schilly stringe la mano al ministro Pisanu, i verdi italiani si muovono su diverse direttrici. Ieri il senatore Francesco Martone, segretario della Commissione diritti umani, ha posto la questione della cap Anamur di fronte alla sottosegretaria agli esteri Margherita Boniver, che era andata a riferire sui diritti umani in Darfur. Proprio il luogo da cui dicono di essere fuggite molte delle persone ricoverate a bordo della nave. Ma le sue risposte sono state tiepide, ha commentato Martone, «Anche se si è augurata che i profughi della nave possano richiedere asilo. Ma dopo le dichiarazioni di Pisanu mi sembra che ci sia parecchia confusione». Il Cir è tornato ad augurarsi ieri che sia superata l’impasse: «Non mi sembra sia il caso di imputarsi su chi ha ragione – ha detto il direttore Hein – va trovata una soluzione al più presto. Anche il testo sul diritto d’asilo in discussione al parlamento, su cui nutriamo perplessità, impone l’obbligo dell’accoglienza». E a proposito di accoglienza, ieri è bastato che il neo sindaco di Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, proponesse di accogliere uno dei profughi della nave per scatenare il putiferio di Lega e An.