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da Il Manifesto del 23 luglio 2004

«Sono stati picchiati e denunciati» di Alfredo Pecoraro

Intervista

Erano saliti insieme agli altri profughi sul DC10 alle 2,45, ma quando hanno capito che l’aereo li avrebbe scaricati ad Accra in Ghana hanno protestato, rifiutandosi di partire verso un paese che non era il loro. «A quel punto – racconta Fabio Baglioni, il legale dei migranti della Cap Anamur che ieri insieme alla collega Simona Sinopoli ha visitato i sei rimasti in Italia e rinchiusi nel cpt di Ponte Galeria – il capitano e il personale di bordo hanno avvertito la polizia, gli agenti sono saliti sull’aereo dove c’è stata una colluttazione».

E poi cosa è successo?

Sono stati fatti scendere e riaccompagnati a Ponte Galeria. Due dei sei migranti ci hanno detto di essere stati percossi. Uno ha un livido sulla schiena, segno di un colpo di manganello, l’altro a un braccio. Sono stati denunciati tutti a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale, minacce e interruzione di pubblico servizio. Cinque fanno parte del gruppo dei 22 trasferiti a Roma da Caltanissetta, uno del gruppo di 14, 13 dei quali sono stati già espulsi.

Qual e’ la loro posizione attuale?

Dal punto di vista amministrativo sono stati convalidati i provvedimenti di trattenimento e di respingimento. Di quest’ultimo però non abbiamo ancora visto il verbale d’udienza, per cui non sappiamo per esempio se era presente un legale. Comunque, sottolineo che cinque di loro avevano ottenuto dalla Commissione per i rifugiati inviata dal Viminale il riconoscimento di protezione umanitaria, in netto contrasto con la decisione di respingerli alla frontiera.

Come pensate di contrastare la decisione di espulsione?

La chiave di volta sta nel modo in cui sono stati identificati ad Agrigento. L’espulsione delle persone che hanno chiesto lo status di rifugiato, e alle quali la Commissione aveva riconosciuto la protezione umanitaria, sta nel fatto che sarebbe stato provato che ognuno di loro avrebbe una nazionalità diversa rispetto a quella dichiarata. Il ministro dell’Intero Pisanu ha parlato di accertamenti approfonditi fatti dalla polizia, noi abbiamo la sensazione che questi accertamenti siano stati fatti in modo superficiale.

Avete le prove?

Oggi la Corte europea per i rifugiati di Strasburgo dovrebbe ricevere la documentazione richiesta al governo italiano. Ci hanno garantito che invieranno gli atti anche a noi. Ci auguriamo che tra queste carte ci siano anche quelle che spiegano in che modo sono stati eseguiti gli accertamenti sulla nazionalità di queste persone. Io però rimango scettico.

Perché?

Me lo fanno credere alcuni fatti, come i colloqui che i migranti hanno avuto con i dirigenti dei consolati africani. Ognuno di loro è stato ascoltato non più di un minuto. Sono state fatte domande generiche, sulla loro famiglia, sulla professione. Qualcuno ha pure chiesto a uno dei migranti se conosceva il nome del presidente del Sudan, e gli è stato risposto correttamente. Penso che sulla vicenda della Cap Anamur e sul trattamento riservato agli africani bisogna fare ancora molta luce.