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tratto da Globalproject.info

Viareggio – Campo 5 giugno

Comunicato associazione Yabasta Viareggio

Nella Viareggio del Mare e del Carnevale esiste ormai da anni un villaggio multiculturale attraversato da invisibili provenienti dai 4 angoli del globo che sperimentano quotidianamente pratiche di integrazione reali attraverso la condivisione di spazi e momenti comuni.
Il Campo è nato su iniziativa del Gruppo Insieme per Uscire dal Silenzio, gruppo costituitosi nel 1990 con l’obiettivo primario di offrire sostegno alle famiglie di tossicodipendenti in vista del recupero e che dal 1999 ha esteso le proprie attività a tutto il mondo dell’emarginazione.

Dal 2003 al Gruppo Insieme si è affiancata la partecipazione dell’Associazione Ya Basta. Dai primi 3 posti letto del 1999 siamo passati agli 8 del 2000, ai 20 del 2001, ai 23-25 del 2002 – 2003 agli oltre 30 del 2004 per un totale di oltre 130 soggetti accolti provenienti da 14 paesi diversi. Il campo ad oggi si regge interamente sull’operato dei volontari del Gruppo Insieme e degli attivisti dell’Associazione Ya Basta, dopo alcuni anni di collaborazioni con le istituzioni del comune.
Gli abitanti del campo condividono con spirito comunitario le poche strutture del “villaggio” sfruttando e facendo fruttare “quel che c’è”! Il Campo offre una prima accoglienza a quelle persone (immigrati, senzatetto, tossicodipendenti, ecc) che momentaneamente si trovano a vivere in condizioni di emarginazione e disagio e non dispongono di una abitazione. Non ci sono distinzioni di sesso, nazionalità, lingua, religione, cultura, condizione sociale ed ideologia politica. Partendo da principi di cooperazione, solidarietà e condivisione, si richiede agli ospiti ed ai volontari il rispetto delle norme di civile convivenza – espresse nel regolamento del campo – e la partecipazione attiva alla vita ed all’organizzazione del campo. La permaneneza è prevista per la durata di 7 mesi, eccezionalmente rinnovabili per 3 mesi secondo i criteri stabiliti dal regolamento. Durante il periodo di permanenza, gli ospiti devono attivarsi al fine di conseguire una migliore soluzione abitativa e permettere ad altri di usufruire dell’accoglienza nel campo. Il Gruppo Insieme per Uscire dal Silenzio ha stipulato inoltre una convenzione con la Scuola Elementare Lenci che prevede l’intervento in classe di volontari per facilitare l’inserimento socio-culturale dei minori che di tanto in tanto il campo si trova ad ospitare. Esiste inoltre la possibilità di accogliere soggetti con problemi di tossicodipendenza affidati per un periodo di tempo limitato al Gruppo Insieme con un progetto concordato con il Sert.
Il 19 luglio 2003 un incendio ha sfiorato il Campo minacciando l’incolumità degli abitanti ed il 6 maggio 2004 un principio d’incendio è stato spento grazie alla prontezza degli ospiti del campo che sono subito intervenuti con acqua ed estintori a fianco degli attivisti dell’Associazione Ya Basta. Fortunatamente oltre ai danni riportati, non ci sono stati feriti ed il fuoco non ha cancellato la voglia di costruire insieme un piccolo villaggio globale multietnico.
Dopo alcuni anni di collaborazione con le istituzioni del Comune, oggi ci troviamo di fronte ad un muro di impenetrabilità che impedisce ogni tipo di dialogo e cerca di relegare la realtà del campo all’invisibilità ed al silenzio.

La zona in cui sorge il Campo è di proprietà dell’ANAS e della SALT e dovrà essere interamente sgomberata per la costruzione di un nuovo asse di penetrazione. Da quando siamo venuti a conoscenza di questa realtà abbiamo subito cercato di proporre all’amministrazione comunale progetti di spostamento del campo che tenessero conto sia delle esigenze degli ospiti, sia di quelle della società autostrade e dell’amministrazione comunale.
Abbiamo presentato un progetto di spostamento del Campo in una zona non troppo distante da quella attuale, di proprietà del Comune. Un progetto a costo zero per l’amministrazione che avrebbe dovuto solo impegnarsi a dare in concessione il terreno necessario.
Non abbiamo ricevuto alcun tipo di risposta, almeno in un primo momento. L’ “impegno” dell’attuale amministrazione non ha poi tardato a dare i suoi frutti. In pochi mesi abbiamo visto aumentare il velo di invisibilità, silenzio ed isolamento che circonda il Campo. Prima sono state poste delle barriere di cemento a chiusura di uno degli ingressi del campo che ne aumentavano l’isolamento (solo di recente rimosse), successivamente è stata revocata agli ospiti l’autorizzazione di usufruire delle docce della “Lisca” dopo le 23, unico orario utile per godere di acqua calda, per giungere con gli ultimi provvedimenti alla negazione di concedere la residenza agli ospiti del Campo.
Quest’ultimo provvedimento è gravissimo e dimostra l’incompetenza dell’attuale amministrazione di comprendere le dinamiche relative al problema delle migrazioni dopo l’approvazione della vergognosa Legge Bossi-Fini e va in controtendenza con le amministrazioni più “illuminate” in materia, come Venezia o Livorno dove addirituttra una convenzione stipulata tra Comune ed associazioni riconosce la sede di queste ultime come “residenza collettiva” di molti migranti con difficoltà abitative.
Non accettare di riconoscere la residenza agli ospiti del Campo significa automaticamente condannare all’illegalità tutti coloro che al momento godono di regolare permesso di soggiorno e stanno svolgendo una regolare attività lavorativa, o addirittura incrementare lo squallido mercato illecito di vendita di dichiarazioni di residenza false da parte di privati senza scrupoli che non perdono l’occasione di esigere migliaia di euro per queste carte.
Mentre l’Assessore Rosso continua a convocare incontri con le realtà interessate alla questione immigrazione (senza per altro poi presentarsi) con l’elaborazione, da parte di tecnici pagati dal Comune, di progetti fantascentifici in merito al problema che non vedranno mai la luce, gli ospiti del Campo 5 Giugno sono costretti alle docce fredde ed al rischio di divenire dall’oggi al domani clandestini.
Ci domandiamo se questo comportamento e la latitanza dell’Assessore Rosso siano dovuti ad una totale assenza di volontà politica di cercare soluzioni praticabili ai problemi riguardanti la migrazione, o più semplicemente ad una manifesta incompetenza ed incapacità di confrontarsi sul piano dei fatti.
La situazione caotica del Campo della Lisca gestito dal Comune, la mancata apertura delle strutture della Lisca 2 che da più di un anno continuano ad essere chiuse mentre molti ancora dormono sotto i ponti, sono situazioni oggettive che parlano da sole.
Allo stesso tempo dall’altro lato, la realtà del Campo 5 Giugno, interamente autogestito ed autorganizzato che tra mille difficoltà offre prospettive di integrazione migliori ed un ambiente ben più “pulito” di quello della Lisca gestita dall’Amministrazione comunale.

Fino ad oggi abbiamo risposto al muro di silenzio costruito mattone su mattone da parte dell’amministrazione comunale proponendo incontri, feste e momenti di interscambio comune tra associazioni, società civile ed ospiti del Campo. Adesso siamo stanchi di piegarci allo logica dei superprogetti farsa del Comune che altro scopo non hanno che quello di prendere tempo, fingendo che il problema non eisista o sperando che come d’incanto prima o poi si risolverà da solo. Le migrazioni e più in generale tutto il settore dell’esclusione sociale sono fenomeni che non potranno che subire un incremento in una società strutturata sulle logiche del profitto a tutti i costi che continuano a produrre fame, miseria, marginalizzazione, razzismo.
Queste saranno le sfide del futuro e qualsiasi progetto e programmazione politica non possono non prenderle in considerazione fin da adesso.
SIAMO ANCORA QUA E CONTINUEREMO AD ESSERCI ricercando altre forme di azione con quanti vorranno condividere nuovi percorsi di costruzione di integrazione e lotta all’esclusione. Continueremo a camminare domandando a quanti siano sinceramente interessati al dialogo, ma non abbiamo più tempo da perdere! Assessore Rosso:

IL FUTURO E’ QUI E COMINCIA ADESSO.