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da Il Manifesto del 16 settembre 2004

Cpt – Giovanardi (Udc): «Ne faremo altri» Ma il Friuli dice no di Lauca Fazio

Il ministro Carlo Giovanardi ha voluto mettere il suo bel mattoncino sull’escalation penale in corso per il controllo dei migranti. «Il governo – ha detto – punta a realizzare nuovi centri di permanenza temporanea per gli immigrati clandestini, ma occorre spesso superare gli ostacoli delle amministrazioni comunali che non li vogliono sul loro territorio». Il ministro è un po’ contrariato, perché se tutti fossero come suo fratello gemello, Daniele Giovanardi, che gestisce allegramente il centro di detenzione di Modena grazie a un contributo statale di 1 milione di euro all’anno, ogni regione italiana potrebbe avere la sua prigione per stranieri in attesa di espulsione. Invece no. Le attuali strutture, ha precisato il ministro, «hanno una capacità ricettiva di 3000 persone», ma questo non basta. Ecco perché, oltre a fare l’elenco dei cantieri aperti – Ragusa, Foggia, Bari, Gradisca d’Isonzo, Trapani – Giovanardi ha anche minacciato che intanto «prosegue la ricerca di nuove aree dove costruire strutture al fine di ampliarne la capienza complessiva». Si è detto anche sicuro di riuscire a vincere «l’egoismo» dei politici locali che non vogliono nuove prigioni. «Sono amministrazioni di tutti i colori politici a comportarsi così – ha ammesso – e noi faremo ogni sforzo per completare i centri in via di costruzione e per realizzarne degli altri che possano far fronte a questa emergenza».

Proprio l’altro giorno, il ministro Pisanu, in missione in Friuli, ha toccato con mano «l’egoismo» dei politici locali. Come il presidente (ulivista) del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, che si ostina a non apprezzare quel muro di cemento armato alto quattro metri nel verde della campagna di Gradisca d’Isonzo. «Il muro della vergogna», per le associazioni antirazziste che stanno cercando di impedirne la costruzione. Solo Paolo Cento ieri si è scagliato, senza se e senza ma, contro l’idea di seminare carceri ovunque. «I cpt introdotti dalla legge Turco-Napolitano e peggiorati dalla Bossi-Fini – ha precisato – devono essere chiusi».