Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da ilcorriere.it del 27 settembre 2004

Svizzera – Il tassista italiano: «Assurdo, io vivo qui da 35 anni»

DAL NOSTRO INVIATO

ZURIGO (Svizzera) – «Sapevo che sarebbe finita così. Ne ero sicuro al 100%. Per questo, se posso dirlo, non me ne frega niente che abbiano vinto i no. Resto orgogliosamente italiano, anche se era giusto che avessi la doppia nazionalità». Lodovico Valsecchi, 46 anni, nato a Sarnico (Bergamo), da 35 a Zurigo, è il tassista bocciato all’esame di «svizzero» per colpa – come ha ricordato Gian Antonio Stella qualche giorno fa sul Corriere – delle vecchie stalle di Thalwil.

«E non solo di quelle vacche – sogghigna Valsecchi, che della Bergamasca non ha perso né accento né franchezza -. Su Guglielmo Tell sono andato bene, ma quando hanno cominciato a chiedermi la storia dei cantoni, la politica, ho capito che svizzero non lo sarei diventato mai. Come mio fratello, che a un certo punto si è rotto, ha mandato tutti al diavolo e se n’è tornato a casa. I referendum per me costituivano l’ultima occasione per acquisire quel passaporto senza spendere tanto e senza esami astrusi. Ora basta, anche se fra due anni avrei diritto a riprovare. È inutile recriminare, sapevo che sarebbe andata così».
Il signor Valsecchi se ne era accorto durante il lavoro. I suoi clienti, svizzeri più o meno puri, gli dicevano: «Niente contro di voi italiani, ormai vi conosciamo bene, siete stati i primi a giungere a Zurigo e in Svizzera. Ma tutta questa gente che è arrivata dai Balcani, dalla Turchia, dal Nord Africa…».

Commenta il tassista: «Purtroppo, la gente ha paura di questi nuovi immigrati e, poi, con questa storia del terrorismo islamico mette tutto nel calderone». Gli fa eco, polemicamente, un’assistente sociale turca, Ayla, 43 anni, giunta nella Confederazione come esule per ragioni politica: «Sono una musulmana di origine, ma “non credente”. Purtroppo, è vero qui fanno di tutta l’erba un fascio: ma se gli islamici fossero tutti terroristi il mondo sarebbe un inferno».
Riprende e conclude il signor Valsecchi: «Però, con mio figlio voglio spuntarla. Ha 9 anni e, fra due, farò domanda perché abbia anche la cittadinanza svizzera».
Ormai è diventata una questione di principio. Alla faccia della vacche di Thalwil.