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A cura della redazione di Melting Pot Europa

Emilia-Romagna – Il profilo del mediatore interculturale nelle qualifiche regionali

Intervista alla D.ssa Di Pardo, Assessorato Scuola, Formazione Lavoro, Pari Opportunità, Regione Emilia Romagna

Nelle ultime puntate, per chi non ha seguito lo sportello di melting pot europa, abbiamo parlato dei mediatori interculturali , cittadini stranieri con il delicato compito di fungere da “ponte” da “collegamento tra la cultura e società italiana e la cultura dei paesi di provenienza dei migranti. Persone che come tutti i migranti , vivono anche una forte condizione di precarietà, condizione che il mestiere di mediare non aiuta a correggere, né a migliorare proprio perché si svolge attraverso contratti di tipo atipico e non subordinato.
Per comprendere meglio se questa delibera introdurrà novità concrete per le condizioni di vita degli attuali mediatori interculturali, ma anche per conoscere gli effetti che produrrà invece nel settore della formazione e dunque dei corsi di formazione professionale, noi abbiamo intervistato la Dott.ssa Elisabetta di Pardo, dell’Assessorato Scuola, Formazione Professionale, Lavoro e Pari Opportunità della Regione Emilia-Romagna.

Domanda: Cosa ha spinto la Regione Emilia Romagna a promuovere la delibera regionale del luglio 2004, e quali sono stati i fattori e le cause che hanno portato la Regione a promulgare la delibera?

Risposta: E’ un’iniziativa partita con urgenza, che è stata richiesta dall’Assessorato alle Politiche Sociali, per cui siamo intervenuti anticipatamente rispetto a tutte le altre qualifiche perché stiamo riordinando il sistema delle qualifiche e adesso la delibera è già passata in giunta che recepisce circa ottanta qualifiche, che entreranno a far parte del nostro sistema di qualifiche, tra cui c’è anche quella del mediatore. Con il mediatore siamo partiti un po’ in anticipo, e non abbiamo parlato di approvazione di qualifica, ma di prime disposizioni per la figura del mediatore.
Seguiranno, e questo vale per tutte le qualifiche, le azioni ad ogni singola qualifica, quindi anche quella del mediatore; ulteriori atti che vanno a stabilire gli standard formativi essenziali, in termini di durata del percorso, requisisti d’accesso, tipologia formativa, tipo di certificazione rilasciabile. L’esigenza è nata dall’azione che è stata fatta dalle Politiche Sociali, in relazione ad un discreto numero di operatori che già lavorano sul territorio, con contratti atipici. Quindi, una volta che usciranno questi standard formativi si potrà procedere al discorso, sia della formazione iniziale, rivolto ai mediatori, sia della riqualifica sul lavoro di coloro che già sono in servizio da anni.

D: Quali sono gli elementi di novità introdotti dalla delibera?

R: La novità è nella nuova qualifica introdotta, che prima non c’era, e che va in qualche modo ad individuare le competenze di questo profilo professionale. Un profilo piuttosto alto come livello di competenze, rispetto al ruolo che operatori stanno svolgendo all’interno del territorio.

D: Come la Regione intende continuare per dare maggiore visibilità a questa figura del mediatore, ormai fondamentale in questa nostra società multiculturale?

R: Verranno individuati degli standard formativi per questa qualifica, che come per tutte le altre, saranno omogenei ed essenziali, e sulla base dei quali le Province faranno la loro programmazione e gli Enti di Formazione faranno la loro progettazione. Si ha intenzione di ottenere una vera e propria qualifica. Per quanto riguarda gli aspetti relativi al lavoro, non è nostra competenza, nel senso che essendo la figura del mediatore riconosciuta sul mercato del lavoro, ci sarà sicuramente maggiore legittimità. Noi abbiamo individuato gli standard formativi per quanto riguarda la qualifica, spetta ora al mercato del lavoro dar spazio a questa figura, e probabilmente anche all’intervento dell’Assessorato alle Politiche Sociali stimolare la crescita di questa figura all’interno dei servizi.

D: La delibera disegna la figura del mediatore, la Regione quale impegno intende assumere per il riconoscimento del titolo di studio del mediatore, visto che è necessaria una formazione di 600/900 ore?

R: La Regione rilascia una qualifica. I corsi non sono ancora iniziati, e per questo bisogna aspettare che esca la delibera più grande, che uscirà entro gennaio, in cui sono specificati gli standard formativi per tutte le qualifiche. E’una qualifica che è stata individuata, insieme alle parti datoriali e ai singoli lavoratori. C’è stato un gruppo di lavoro abbastanza grande che ci ha lavorato, con il coinvolgimento dell’Azienda Sanitaria, di qualche rappresentante dei Comuni e di qualche mediatore che già lavora nei servizi.
Sul discorso del riconoscimento per il mercato del lavoro, non dipende dal nostro Assessorato di Formazione, dipenderà dalle intenzioni politiche da parte dell’Assessorato delle Politiche Sociali. Sarà loro compito spingere per poter raggiungere un ulteriore sviluppo di questa figura, così come sarà compito degli Enti Locali utilizzare a pieno il ruolo svolto dal mediatore interculturale.