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Commento al recente incontro istituzionale sul costruendo cpt di Gradisca (Go)

Mercoledì 1 dicembre si è svolta, presso la Prefettura di Udine, una riunione, convocata per chiarimenti in merito alla prevista costruzione, presso il Comune di Gradisca d’Isonzo, di un centro di detenzione (cpt) presso una ex caserma dimessa.
Era presente il Prefetto D’Ascenzio, incaricato di seguire presso il Ministero dell’Interno le questioni relative alla costruzione e al funzionamento dei Centri di Permanenza Temporanea per i cosiddetti espellendi. Hanno inoltre partecipato: il Sindaco di Gradisca d’Isonzo, il Questore di Gorizia, i rappresentanti della Regione Friuli Venezia Giulia, l’Assessore all’Immigrazione Antonat e il segretario Michele Negro.
Il Prefetto D’Ascenzio ha ribadito che la costruzione del Cpt verrà terminata entro pochi mesi – quindi entro aprile/giugno 2005 -, evidenziando soprattutto il fatto che il Comune di Gradisca d’Isonzo ha votato nel 2000 un ordine del giorno ove si prevedeva l’ipotesi di costruzione sul suo territorio di un centro d’accoglienza. Da questo ordine del giorno il Ministero dell’Interno avrebbe dedotto che un “centro” sarebbe stato accettato dall’amministrazione; peccato però che fosse stata nel medesimo espressa la contrarietà dell’amministrazione stessa alla costruzione di centri di detenzione, cosa che il Ministero dell’Interno invece continua ad ignorare.
In altre parole il Comune di Gradisca d’Isonzo era favorevole ad un Centro d’accoglienza (vera) per immigrati, ma il Ministero ha evidentemente frainteso questa apertura e l’ha trasformata in un gradimento per un Centro Permanenza Temporanea per espellendi, che invece sta suscitando – in particolare da parte della popolazione di Gradisca d’Isonzo – una notevole opposizione.

Al Comune di Gradisca sono state consegnate le cartine mappali del centro di detenzione in costruzione, e una foto dove si vede come dovrebbe essere tale centro a termine dei lavori. Si tratta però di documenti interdetti alla divulgazione e, quindi, non è stato possibile mostrarli alla stampa.
Il nuovo Centro, sempre secondo le dichiarazioni del Prefetto D’Ascenzio, verrà dato in gestione ad un’associazione e verrà presidiato da circa 60/70 uomini della Polizia. Inoltre di fronte al luogo dove il medesimo verrà costruito, è già situato l’ufficio del Giudice di Pace che, com’è noto, dovrà convalidare i provvedimenti di trattenimento presso i cpt e, successivamente, i provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale.
Si prevede che questo centro verrà costruito con dei criteri di confort; forse ci sarà anche l’aria condizionata come nel cpt di Modena, diretto dal fratello del Ministro Giovanardi.
Il cpt di Gradisca servirà solo – è stato precisato – per persone rintracciate in condizioni irregolari o in condizioni asseritamene irregolari in Friuli Venezia Giulia e, solo in caso di emergenza, potrà ospitare altri stranieri non locali. E’ però fin troppo prevedibile che inizialmente questa struttura verrà utilizzata anche per gli stranieri che verranno trovati in condizioni irregolari in Trentino e nel Veneto, visto che diventerebbe il Centro di Permanenza Temporanea più vicino, in alternativa a quelli di Bologna, Modena o Milano che spesso soffrono di intasamenti e di sovraffollamento.
Il Prefetto di Gorizia ha elencato le attività locali rispetto alle espulsioni dei cittadini stranieri e ha precisato che, nell’arco del 2004, sono stati ben 67 i voli charter, partiti con persone rintracciate nel territorio del Friuli Venezia Giulia. E appunto l’entità del fenomeno giustificherebbe, a parere dell’Amministrazione, la necessità di un Centro nella zona.

Nella stessa riunione si è accennato anche a quella che dovrebbe essere un’altra realtà, ovvero i centri di identificazione per i richiedenti asilo. Si prevede che il centro di identificazione che verosimilmente verrà ricavato dalla stessa struttura – si spera con condizioni di maggiore libertà degli ospiti -, dovrà contenere 150 persone e potrebbe costituire, in altre parole, un superamento della politica sinora attuata dagli Enti Locali, sia pure su base volontaria, nell’ambito del Progetto Nazionale Asilo.
In altre parole è probabile che con l’introduzione del regolamento di attuazione del Testo Unico sull’immigrazione in materia d’asilo – come modificato della legge Bossi-Fini – si abolisca praticamente il sistema d’accoglienza, allestito, sia pure su base volontaria, dagli Enti Locali disponibili, sostituendolo direttamente con nuove strutture di contenimento; staremo a vedere se queste comporteranno la limitazione delle libertà personale e di circolazione dei richiedenti asilo durante la procedura di riconoscimento e, quindi, durante il tempo d’attesa della risposta da parte degli organi competenti; se saranno cioè, come molti temono, una sottospecie dei Centri di Permanenza Temporanea.

Al termine dell’incontro, sono state ribadite le linee generali del Governo per quanto riguarda la politica dei CPT. L’intento dichiarato sarebbe pur sempre quello, disponibilità finanziarie permettendo, di realizzare un Centro di Permanenza Temporanea per ogni provincia. Per il momento sono sei i CPT in costruzione, e solo per il sud d’Italia (e questo la dice lunga su quella che è la lungimiranza politica).
Lontano dal pensare a norme che permettano il governo effettivo dell’immigrazione, il Governo continua a mantenere norme che di fatto producono clandestinità, sperando poi di blindare il territorio con CPT diffusi in tutte le province, salvo poi dimenticare che queste strutture, al di là degli aspetti umanitari, comportano impegni finanziari che non sappiamo se in questi tempi si sarà in grado di garantire.