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tratto da Derive Approdi - Ombre Corte

Libri – Il male minore “La tutela dei minori stranieri come esclusione”

di Gabriella Petti*

Il minore straniero assume oggi un doppio ruolo sociale: come “minore” è il soggetto di un tradizionale discorso pedagogico, come “straniero” è un pericolo per l’ordine pubblico. A ben vedere, i minori stranieri si configurano come un problema di confine, in cui inclusione ed esclusione, tutela e repressione sono facce della stessa medaglia. Anche se raramente bersagli di clamorose manifestazioni di razzismo, i minori subiscono un’ostilità più strategica, che si consuma attraverso i meccanismi della tutela e delle norme adottate per “regolare” la loro condizione.

Questo processo, tuttavia, può essere compreso solo nel contesto più ampio della “privatizzazione” del sistema di welfare, promossa dal riconoscimento del privato sociale come partner degli apparati pubblici e politici nella produzione e nell’erogazione di servizi – oltre che nella gestione dell’insicurezza determinata dalle migrazioni, all’interno e all’esterno dei confini nazionali. La scarsa attenzione per questo tipo d’intervento ha creato un’aura di sacralità intorno all’attività degli eredi dei patologi sociali dell’Ottocento, contribuendo a consolidare l’idea che qualunque intervento nei confronti dei minori sia effettuato nel loro superiore interesse. Il volume mostra come in realtà questo intervento, che agisce in base a un mandato politico-sociale chiaro, sebbene non sempre esplicito, e comunque volto alla difesa dei confini e delle supposte identità nazionali, non faccia altro che ridefinire come superflui o trascurabili la voce e il destino sociale dei minori stranieri.

*Gabriella Petti insegna Sociologia della devianza e del mutamento sociale presso le Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Genova e di Milano-Bicocca. Ha pubblicato saggi e ricerche sulla devianza, le migrazioni e il controllo sociale dei giovani.