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da Il Gazzettino on-line del 8 gennaio 2005

Mediazione culturale, l’accoglienza anche nelle corsie

La fine di un anno e l’inizio di quello nuovo, rappresentano per l’Asl 5 un’occasione per fare un bilancio dell’attività del servizio di mediazione culturale, sperimentato per dare risposta all’utenza, decisamente cambiata negli ultimi anni nella nostra zona, visto il numero di stranieri presenti particolarmente elevato. Il dottor Mauro Gonzo, psicologo e coordinatore di numerosi progetti di formazione per i mediatori culturali, spiega le caratteristiche di questa figura professionale, vera e propria guida per l’integrazione. «Innanzitutto evitiamo di attribuire al mediatore delle mansioni tipiche dell’insegnante, cioè non gli viene chiesto di sostituirsi all’educatore nell’insegnamento della lingua italiana come insegnante di sostegno. Il suo compito è quello di facilitare e sostenere i rapporti tra le famiglie degli alunni stranieri e la scuola, di aiutare l’integrazione degli studenti extracomunitari, anche facendo da ponte per la comprensione delle varie culture e, infine, di presentare attività di animazione che stimolino il confronto interculturale», dice Gonzo. La capacità di saper comunicare con persone provenienti da altre culture è preziosa, oltre che nell’ambito scolastico, anche negli ospedali e nelle strutture sociali e sanitarie, dove il servizio di mediazione interviene, su richiesta degli operatori, per facilitare la comunicazione con gli utenti stranieri e le loro famiglie.

Trasmettere conoscenze teoriche agli operatori in tema di immigrazione, dall’aspetto legislativo a quello socio-culturale, sono le finalità generali del corso, come spiega ancora Mauro Gonzo: «Vogliamo preparare i nostri operatori a relazionarsi in maniera efficace con l’utente straniero, così da aumentare la capacità di cura e di prevenzione delle malattie e dei disagi della persona rendendo più efficienti i servizi». Dalla segnaletica anche in lingua straniera all’interno delle strutture ospedaliere, ai formulari tradotti in inglese, arabo o punjabi: ecco alcuni esempi degli obiettivi cui tende questo progetto, che non può prescindere dal contributo offerto dai mediatori culturali. «Sono tutti stranieri con cultura e titoli di studio elevati ma soprattutto hanno una buona capacità di conoscenza delle culture e delle lingue e un’attitudine particolare alla comunicazione, necessaria per intervenire in situazioni delicate che riguardano gli aspetti più personali come la famiglia, la gravidanza, l’educazione, il rapporto di coppia, la malattia e così via. Attualmente, collaborano con noi 18 persone, delle quali dobbiamo mettere in luce il grande “impegno”.

Gli interventi di mediazione culturale effettuati dal Servizio a livello sanitario e scolastico sono stati numerosi: nel 2004 sono stati effettuati 33 interventi con gruppi, 7 laboratori interculturali in classe, 90 interventi su singoli casi (per 211 ore complessive) e 19 traduzioni di materiali scritti (per 49 ore). Dal dicembre 2001, quando ha iniziato ad operare, il servizio ha effettuato complessivamente 634 interventi di vario tipo, per un totale di 2160 ore di mediazione impiegate. Ma il mediatore culturale è solo un ingranaggio, pur fondamentale, di un meccanismo molto più complesso. Diventa quindi necessario che in ogni momento del rapporto utente – Asl 5 – scuola sia migliorata la comunicazione e l’attenzione alla persona».

di Paola Frighetto