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Spagna – Giornate di lotta in Andalusia

Intervista a un attivista del S.O.C., Sindacato Operaio Agricolo di Almeria

Nei giorni successivi alle giornate di lotta del 22 e 23 gennaio contro la legge sull’immigrazione spagnola abbiamo intervistato un attivista del S.O.C. (Sindacato Operaio Agricolo) di Almeria, dove domenica 23 si è svolta una manifestazione di tutta l’Andalusia.
Nell’intervista un quadro sul nuovo regolamento sull’immigrazione del governo Zapatero in Spagna e l’esperienza del S.O.C.

Domanda: Secondo te, quali sono i punti più criticabili del nuovo regolamento sull’immigrazione?

Risposta: I punti più criticabili di questo regolamento sono due.

Prima di tutto, il nuovo regolamento permette la regolarizzazione di tutti quegli immigrati che si siano registrati in un comune spagnolo prima dell’agosto di 2004. In Spagna, gli immigrati, regolari e irregolari, possono registrarsi al comune, ma tanti non lo fanno per paura che i dati siano usati dalla polizia, oppure tanti altri non lo fanno perché vivono in catapecchie o senza fissa dimora.

Noi esigiamo che si possa dimostrare la permanenza in Spagna attraverso altri documenti, come succedeva in processi di regolarizzazione precedenti, cioè attraverso la tessera sanitaria, la carta di credito o il bancomat, l’ordine d’espulsione o altri tipi di documenti amministrativi ufficiali, attraverso i quali tutti possano ottenere la regolarizzazione.

Il secondo punto criticabile è che il governo esige un contratto di lavoro. Una volta ottenuto il contratto di lavoro dall’immigrato, il datore di lavoro deve metterlo in regola entro un mese. Il contratto deve avere una durata minima di tre mesi nel settore agricolo e di un anno negli altri settori.

Questa situazione provoca problemi in settori come quello agricolo, che è stagionale.
Il datore di lavoro è obbligato a mettere in regola gli immigrati in un periodo in cui non c’è lavoro agricolo. Per questo la maggioranza dei lavoratori di questo settore non potrà ottenere il contratto di lavoro.
Noi proponiamo che, come in processi precedenti, la presentazione della richiesta sia accettata e gli immigrati dispongano di un periodo di tempo per trovare lavoro in base alla realtà economica e lavorativa di ogni regione.

D: Potresti spiegare perché in l’Andalusia avete scelto Almeria per fare la manifestazione contro la legge sull’immigrazione?
R: Ci sono due ragioni principali. Almeria è la regione con il numero più alto d’immigrati. Si calcola che ci siano ottanta o novanta mila immigrati, tra regolari e irregolari. Almeria è la regione con maggiore tradizione di mobilitazione e lotta.

Dopo il 2001, quando ha preso avvio la politica repressiva del Partito Popolare ci sono state tantissime mobilitazioni qui in Almeria, nonostante molte organizzazioni che lottavano per i diritti degli immigrati siano sparite a causa di questa politica.
Adesso è un momento di ricomposizione del movimento.
A livello dell’Andalusia i punti più forti sono Malaga ed Almeria.

D: Che cos’è il SOC (ndt: Sindacato operaio agricolo)?
R: Un sindacato emerso trenta anni fa per difendere i diritti degli operai agricoli che lavoravano in Andalusia e anche di quelli che emigravano in tutto il paese per la vendemmia.
Dagli anni ottanta, il SOC si è dedicato alla creazione di cooperative di lavoratori agricoli e anche all’occupazione di terre di proprietà statale oppure di grandi latifondisti. Siamo riusciti a costruire uno sviluppo locale di lavoro autogestito che rispetta i diritti dei lavoratori.

Ultimamente il SOC ha lottato contro il “Decretazo”, cioè un decreto del Partito Popolare attraverso il quale si è cancellato il sistema di sussidio agricolo, che era rimasto in vigore fino ad allora nei paesi dell’Andalusia ed Extremadura e che ha permesso agli operai agricoli di continuare ad abitare in paesi e zone rurali, evitando così lo spostamento massiccio verso la città.
Ci sono state manifestazioni ed occupazioni. Siamo riusciti a fare in modo che il governo del Partito Popolare ritirasse alcuni punti del “Decretazo”. Adesso continuiamo la lotta esigendo dal PSOE che mantenga la sua promessa elettorale e ritiri completamente il “Decretazo”.
Dall’anno 2000, quando sono successe le aggressioni razzisti all’Ejido, i grandi sindacati, partiti politici di sinistra e diverse associazioni hanno scelto di non affrontare il problema del razzismo generalizzato e manipolato in Almeria, hanno smesso di appoggiare i movimenti d’immigrati, soprattutto il movimento dei “sin papeles”.

Il SOC e anche altre associazioni d’immigrati lavorano coi lavoratori agricoli, dei quali il novanta per cento sono immigrati.

Abbiamo uno sportello d’informazione e organizziamo anche diverse azioni di protesta. Abbiamo vari gruppi in tutta la regione.
Il nostro obiettivo è la consolidazione del sindacato ed essere un riferimento per la difesa dei diritti degli immigrati /lavoratori agricoli.

D: Per finire, potresti fare una cronaca delle giornate di lotta contro il nuovo regolamento della legge sull’immigrazione?
R: La decisione di organizzare le giornate di lotta nazionale ad Almeria si sono prese attraverso assemblee sviluppate in strada in alcuni paesi dell’interno della regione, perché abbiamo avuto tantissime difficoltà per ottenere concessioni di spazi, dopo qualche problema con la polizia, come i controlli dei documenti ai partecipanti alle assemblee.

Il governo non accetta che si mette in dubbio o si critichi il nuovo regolamento sull’immigrazione.
I giorni precedenti alla manifestazione, sono corse voci infondate che la manifestazione era illegale, e anche che ci sarebbero state espulsioni, per questo si è sparsa la paura tra le organizzazioni d’immigrati e le persone che lavorano nelle ONG e quindi eravamo molto preoccupati per questa campagna contro la manifestazione.
Nonostante tutto questo la giornata di ieri è andata molto bene, oltre le nostre aspettative, sono arrivati circa trenta autobus da tutta la provincia e a parte qualche piccolo incidente con la polizia locale del Ejido, per il resto non c’è stato nessun problema.
Abbiamo calcolato circa cinque mila persone. Sono venuti compagni di Malaga e Siviglia e si è unita molta popolazione migrante soprattutto d’Almeria e dintorni.
Come di solito succede la maggior parte dei partecipanti alla manifestazione erano immigrati dell’Africa subsahariana e marocchini con piccole rappresentanze di immigrati latini e dell’Europa dell’est che sono la metà della popolazione migrante qui.