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Da Il Gazzettino di Venezia del 24 febbraio 2005

Emigranti e integrazione sociale Mille sfide per una «scuola aperta»

Una scuola che nonostante le mille difficoltà, ce la mette tutta, grazie all’impegno di chi ci lavora ogni giorno, per integrare i nuovi studenti che da qualche anno, sempre più numerosi, la frequentano: gli stranieri. É il ritratto che esce dall’incontro organizzato alla media Giulio Cesare dal Forum dei Nuovi Cittadini – assessorato comunale alle Politiche sociali. Un confronto intitolato “Una scuola aperta a tutti”, fra genitori italiani e stranieri, associazioni di migranti, insegnanti e operatori sociali, sui problemi e le prospettive dell’inserimento scolastico di chi viene da un altro paese.

Tante le domande che madri e padri si fanno e hanno posto: dalla diversità, alla qualità e quantità dell’offerta educativa del nostro paese, a come superare le tante questioni legate alla principale difficoltà, la differenza linguistica. Diversificate quindi anche le risposte arrivate dagli addetti ai lavori, dall’atavica mancanza di fondi, sottolineata da Lorenzo Picunio, maestro elementare, secondo il quale “la recente riforma ha ristretto ulteriormente i fondi per organizzare attività extrascolastiche”, considerate un importante elemento di integrazione per i nuovi studenti, ma anche “una ricchezza quando sono loro stessi a far conoscere ai ragazzi italiani la loro cultura, il che serve a creare una società multietnica, più che studiando sui libri”. Un esempio? La capacità naturale che hanno i ragazzi dell’Estremo oriente a sviluppare una logica matematica, un vantaggio che può contribuire ad aiutarli a superare con meno patemi le difficoltà linguistiche.

Dalle scuole medie sono arrivate le perplessità legate ad un periodo della crescita già di per se particolarmente delicato, reso magari critico dal vedersi improvvisamente calati in un paese e in una scuola totalmente diversi da quelli frequentati fino a qualche giorno prima. “Ai bimbi stranieri si cerca di dare di più che a quelli italiani, perché partono svantaggiati con la lingua – sottolinea Maria Marchegiani, docente delle medie – inoltre in terza media devono compiere una scelta importante, quella delle superiori, e se sono appena arrivati in Italia, talvolta dobbiamo far ripetere loro l’ultimo anno: non è facile far capire ai genitori che così stiamo cercando di rafforzarli e non di punirli”.

Dal preside dell’istituto tecnico Zuccante, Domenico Ticozzi, “un invito a cercare di motivare tutti i ragazzi, che spesso si adagiano per colpa del benessere e della televisione” e ad essere flessibili nel valorizzare le capacità precedentemente acquisite da ciascuno, “come nel caso di due ragazzi moldavi, che dopo un po’ abbiamo deciso di spostare dal primo al secondo anno da quanto hanno dimostrato di essere bravi”.Ma nel Comune di Venezia gli studenti stranieri sono tanti, e non solo minorenni, come ha ricordato Giuseppe Albanese, insegnante e sindacalista: “nella mia scuola ci sono 200 adulti che fanno corsi di alfabetizzazione e hanno problemi di apprendimento maggiori dei più piccoli. Occorre inoltre fare un salto di qualità, far comprendere meglio a questi genitori come funziona il nostro sistema e migliorare quindi l’orientamento scolastico”.

Infine da sottolineare che diversi genitori stranieri erano presenti al forum anche in veste di mediatori culturali, ma che altri, che nel loro paese facevano gli insegnanti, si sono detti pronti a mettere a disposizione la loro professionalità anche qui, in modo da valorizzare questa risorsa in una scuola che sta diventando sempre più multiculturale.

Luigi Fincato