Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
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da Il Manifesto del 26 marzo 2005

I reticolati di Pisanu

Entrare in una zona grigia, dove i confini delle cose e degli eventi si contraddicono e la verità pare irraggiungibile. Rischiare di essere risucchiati in un gioco delle parti dove il carceriere si può trasformare in benefattore, dove tutto è il contrario di tutto. Poi rimane l’indignazione per essere uno dei pochi, in quanto parlamentare, a poter provare a tagliare la cappa di oscurità che avvolge le nostre piccole Guantanamo. Altro non sono quella decina di Centri di permanenza temporanea (Cpt), che incarnano perfettamente la regressione dello stato di diritto, materializzando i peggiori incubi dell’ossessione securitaria ed identitaria trasformata in politica di governo. Solo noi possiamo entrare, varcare un giorno qualsiasi in un’ora qualsiasi, le grigie inferriate di un Cpt, vedere, sforzandosi di capire le dinamiche occulte, ricostruire la quotidianità che si svolge prima della visita e immediatamente dopo. Possiamo entrare nei Centri di prima accoglienza (Cpa). Oltre ai parlamentari dovrebbero poter entrare gli avvocati, mentre gli ospiti, richiedenti asilo, dovrebbero poter uscire liberamente. Poi d’un tratto le autorità competenti possono decidere, in un atto di autorità che «circostanze particolari» richiedono che vengano chiuse le porte agli avvocati, che decine di potenziali richiedenti asilo vengano sequestrati senza motivazione. Quali siano quelle circostanze particolari non è dato sapere. Possono essere un tentativo di fuga duramente represso, o l’urgenza di fare presto, ed espellere gli ospiti indesiderati senza tante premure o rispetto del diritto internazionale. E allora niente parlamentari in zone ritenute discrezionalmente «a rischio» come è accaduto a due colleghe che volevano visitare con cura il centro di accoglienza di Lampedusa.

Il ministro Pisanu annuncia che verranno creati centri ibridi, a metà strada tra i Cpa, i Cpt, e i Centri di identificazione. Magari tutti dietro lo stesso recinto reticolato. I Centri di identificazione per richiedenti asilo avranno quindi le stesse sbarre, telecamere, e recinzioni dei Cpt. Continueremo a entrare, ma sarà più difficile capire che situazioni dovremo verificare, se non dover continuare a subire la sequela insopportabile di rassicurazioni sullo stato di pulizia dei cessi, o la qualità del vitto sempre ottimo ed abbondante. Oltre quello il nulla.

Dopo le ripetute denunce sulle deportazioni da Lampedusa rivolte da Amnesty international alla Commissione europea, la risposta del ministro Pisanu è che «verrà inviato un rapporto dettagliato sugli sbarchi». Con quali possibilità di verifica indipendente non è dato sapere visto che nessuno eccetto noi parlamentari può con i limiti testé descritti varcare quei cancelli.