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Asilo – Diritto negato

Alcune riflessioni sull'entrata in vigore del regolamento di attuazione

Il 21 aprile entrerà in vigore il nuovo regolamento relativo alle procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato (DPR n.303 del 16 settembre 2004).

In seguito all’ennesimo naufragio dell’approvazione di una legge organica in materia di asilo durante il Governo di centro sinistra, il legislatore è intervenuto sulla procedura attualmente in vigore con le modifiche apportate all’art. 1 della Legge Martelli dagli articoli 31 e 32 della 189/2002.
Non sono ancora state comunicate le nomine dei membri delle Commissioni Territoriali, organi che sostituiranno la Commissione Centrale – che opera a Roma ancora per pochi giorni come organo esaminatore per le domande presentate in tutto il territorio nazionale -, così come non sono stati presentati i Centri di Identificazione introdotti dalla nuova procedura per trattenere chi arrivi alla frontiera privo dei necessari documenti validi per l’ingresso. Forte è però il sospetto che siano in costruzione centri che vedranno una parte adibita a vero e proprio CPT e una a centro di identificazione. Difficile immaginare che non vi avverranno pesanti limitazioni delle libertà personali. Intanto la Regione Friuli ha comunicato al Ministro Pisanu la propria contrarietà all’apertura di questo tipo di centri nel proprio territorio.
Le modifiche apportate alla condizione dei rifugiati e dei richiedenti costituiscono un sintomo, preoccupante, delle ulteriori restrizioni imposte alle politiche migratorie anche a livello europeo.
In Italia continua, dal 1948, la mancanza di volontà politica di attuare un articolo della costituzione che, se applicato, farebbe dell’Italia uno dei paesi più avanzati in materia di asilo e di garanzie democratiche e libertà civili. L’art. 10 comma 3 della Costituzione recita: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.” Come ribadito dalla giurisprudenza di merito, questo articolo afferma un diritto soggettivo che si può attivare anche senza una legge specifica, si veda la recente sentenza del Tribunale di Catania, ma l’assenza di una legge quadro rende sicuramente più difficile l’accesso alla procedura di riconoscimento del diritto di asilo.
A livello europeo, si evidenzia la volontà di restringere sempre più gli ingressi anche ai richiedenti asilo – si veda a questo proposito la interessante ricerca di Marcella Delle Donne Un cimitero chiamato Mediterraneo -, contravvenendo alle convenzioni internazionali e annullando o nascondendo a colpi di leggi e circolari la situazione di guerra globale permanente che circonda la Fortezza Europa.

Un quadro della situazione relativa a richiedenti asilo e rifugiati, dal trend complessivo a livello globale alla situazione italiana, è tracciato dall’ACNUR nel XIV Dossier Statistico sull’immigrazione a cura di Caritas e Fondazione Migrantes.

In Italia sempre più si configura la realtà del diritto di asilo come diritto negato. Respingimenti di massa di migranti e possibile richiedenti asilo, per i quali l’Italia è stata recentemente condannata dal Parlamento Europeo; reclusione in centri simili ai CPT dei richiedenti che sopravvivono ai viaggi e riescono ad aggirare i controlli e le espulsioni; parificazione di fatto dei richiedenti asilo a irregolari, peraltro vietata dalla normativa internazionale; mancato adeguamento alle Direttive europee. Questi gli elementi di un diritto negato che non a caso fa dell’Italia uno dei paesi, fra quelli più industrializzati, con il più basso numero di rifugiati e richiedenti asilo.

A livello locale vi sono tuttavia iniziative che sembrano andare in controtendenza rispetto al quadro nazionale e che rivolgono un’attenzione particolare a richiedenti asilo e rifugiati, con l’intenzione di garantire una più efficace tutela dei diritti.
La Regione Emilia Romagna, in seguito all’approvazione del protocollo d’intesa firmato oltre che da Comuni e Province anche da numerose associazioni ed enti del Terzo settore, nel gennaio 2005 ha avviato un progetto denominato Iniziative per l’avvio del Protocollo Regionale d’Intesa in materia di richiedenti asilo e rifugiati che vede come ente capofila la Provincia di Parma, Assessorato Servizi Sociali e Sanità e partecipazione di numerosi enti locali ed associazioni.
Di recente la Regione Friuli Venezia Giulia ha approvato una legge regionale (4 marzo 2005 n. 5) per l’accoglienza e l’integrazione degli stranieri e che fa dei destinatari di questa legge anche richiedenti asilo e rifugiati, per la quale dispone la realizzazione di programmi di protezione.