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Il Parlamento Europeo dice no alle deportazioni

Intervista a Monica Frassoni, Eurodeputata dei Verdi

Il Parlamento europeo ha puntato il dito contro il governo italiano per le deportazioni da Lampedusa alla Libia.
La risoluzione, presentata da Socialisti europei, Liberali, Verdi e Sinistra Europea, è stata approvata giovedì 14 aprile con 51 voti a favore e 50 contrari, ed invita “tutti gli stati membri ad astenersi dall’effettuare espulsioni collettive di richiedenti asilo e di migranti irregolari”.

In particolare l’Italia viene accusata di non rispettare gli impegni internazionali e viene invitata ad astenersi dall’effettuare espulsioni collettive di richiedenti asilo e di migranti irregolari, ed a garantire l’esame individuale delle domande d’asilo.
Si legge nel testo della risoluzione: “Le autorità italiane sono venute meno ai loro obblighi internazionali, non assicurandosi che la vita delle persone che venivano espulse, non fosse minacciata nei loro paesi di origine”.
Il testo richiama inoltre l’Italia per la mancanza di trasparenza negli accordi (ancora segreti) di riammissione con il governo di Tripoli. Il governo infatti, sta espellendo tutti i migranti che approdano a Lampedusa verso la Libia, ossia verso un paese che non garantisce il rispetto dei diritti umani, poiché non ha ancora firmato la convenzione di Ginevra sui rifugiati.
Abbiamo chiesto un commento a Monica Frassoni, eurodeputata dei Verdi che insieme agli altri gruppi ha presentato la risoluzione.

Domanda: Puoi farci un commento su come è andata la votazione?

Risposta: Il Parlamento europeo ha votato, come ultimo atto della sessione di questo mese, questa risoluzione d’urgenza, che rappresenta sicuramente una condanna del governo italiano ma anche una volontà del Parlamento europeo di andare in profondità rispetto a questa questione. Si è infatti deciso di mandare una delegazione in Libia e a Lampedusadelle due Commissioni competenti, e di considerare che questo non è un tema semplicemente italiano, ma anche europeo. La richiesta di sospendere le deportazioni e le espulsioni viene fatta in modo molto chiaro e, anche se il voto sembra poco rappresentativo di un Parlamento composto da 732 deputati, in realtà questa è l’espressione di una maggioranza che, comunque, esiste ed è composta da quattro gruppi: il gruppo Socialista, i Verdi, i Comunisti e i Liberali.
Su questo tema, la destra è in minoranza quindi, non sono molto preoccupata del fatto che solamente un centinaio di deputati ha partecipato al voto, perché questo è rappresentativo della reale maggioranza del parlamento europeo, tant’è vero che questa risoluzione segna l’inizio di un processo e non la fine.

D: Nella risoluzione si accusa l’Italia di violare il principio di non espulsione

R: Si dice anche che l’Italia è l’unico paese dell’Unione che non ha una legge sull’asilo; questo è un elemento di grave lacuna che viene sottolineato.

D: Secondo te, dopo questo voto, come si comporterà l’Italia?

R: Secondo me l’Italia d’ora in avanti, se non ci attiviamo a livello europeo, continuerà tranquillamente a fare quello che fa, anche perché gli appigli da un punto di vista giuridico, non sono enormi. Non abbiamo la possibilità di inviare direttamente lì delle forze di ricognizione o, addirittura, una sorta di polizia europea per impedire che queste cose succedano, purtroppo.
Noi dobbiamo mantenere molto alta la pressione politica, perché è quella che conta per poter raggiungere un risultato. Questo è il motivo per il quale siamo molto favorevoli e, aspettiamo con ansia, l’invio della delegazione a Lampedusa perché, ricordiamo, nel centro non può entrare l’Alto Commissariato dei Rifugiati. Speriamo che questo possa aiutare il governo italiano a muoversi anche se non mi sembra intenzionato a farlo. Bisogna mantenere molto alta la pressione.