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dal Piccolo del 9 aprile 2005

llly: «No al centro di identificazione»

GRADISCA Il presidente della Regione in una lettera a Pisanu ha ufficializzato il parere negativo del Friuli Venezia Giulia

Una risoluta contrarietà al progettato centro di identificazione per richiedenti asilo, da affiancare al Cpt già in fase di ultimazione alla caserma Polonio; una certa rassegnazione, per quanto velata, sulle intenzioni del Viminale: «Esistono pochi dubbi che la struttura si avvii a divenire un unico centro polifunzionale». Vi sono questi due sentimenti nella lettera che il governatore del Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy ha scritto al ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu per ufficializzare il dissenso della Regione alla ventilata creazione di un secondo centro immigrati da 150 posti sulla statale 305, dopo quello di temporanea permanenza per il trattenimento di 250 clandestini ormai vicino alla conclusione dei lavori.
Per la nuova struttura, una delle sette nuove realtà italiane destinate a profughi e richiedenti asilo politico, il Viminale aveva chiesto nelle scorse settimane il parere della giunta regionale, che venerdi scorso aveva ratificato una contrarietà che adesso è stata ufficializzata al ministero.
«Le esprimo il mio parere negativo sull’istituzione del centro di identificazione a Gradisca d’Isonzo – scrive Illy a Pisanu -. Un centro che, così come prefigurato, si presenta come una struttura in cui si attua una limitazione della libertà personale, alterando quel concetto di dignità della persona che invece deve essere alla base dell’organizzazione della vita quotidiana di tali centri».
Nella missiva, Illy ricorda come riguardo ai nascituri centri di identificazione si sono già espressi in senso negativo anche il Consiglio di Stato, che lo aveva definito incostituzionale perché in contrasto con l’articolo 13 della Costituzione, e la stessa Conferenza Stato-Regioni, «avanzando perplessità in merito alle modalità di gestione dei centri di identificazione così come previsti nella norma regolamentare. Ritengo – continua Illy nella lettera – che vi possano essere ormai pochi dubbi sul fatto che la ’’Polonio’’ si avvii a divenire un centro polifunzionale nel quale viga per tutti, per legge o nei fatti, la limitazione della libertà personale».
Il governatore regionale ricorda come l’allargamento dell’Ue alla Slovenia abbia fatto sì che i confini orientali del territorio nazionale e, quindi, la regione stessa non siano più in situazione di emergenza-clandestini come nel recente passato, grazie anche alla collaborazione sviluppata con il governo sloveno. Nella comunicazione al Viminale, infine, Illy chiede che sia fatta luce sulle procedure che hanno portato all’individuazione di Gradisca quale sito idoneo per ospitare un Cpt.
Il riferimento è all’ormai famosa risposta data dal sottosegretario Saponara all’interrogazione dei senatori Budin e Guerzoni, nella quale il viceministro asserì che il Friuli Venezia Giulia «aveva dato parere tecnico favorevole al progetto strutturale». Illy non ci sta e, anzi, precisa al ministro come «tale affermazione sia inesatta, in quanto il parere espresso dagli uffici era un parere tecnico obbligatorio, reso in relazione a norme che disciplinano l’osservanza di disposizioni sul rischio sismico».
Luigi Murciano