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da l'Unità di mercoledì 11 maggio 2005

Altolà alle deportazioni dalla Corte Ue. Amnesty scrive a Pisanu per i nuovi sbarchi

La III Sezione della Corte Europea dei diritti dell’ uomo ha sospeso l’ espulsione verso la Libia di undici immigrati giunti a marzo a Lampedusa. La Corte di Strasburgo ha anche accolto un ricorso urgente presentato il primo aprile da un team di avvocati capitanati da Anton Giulio Lana a nome di 79 immigrati.
Dopo aver chiesto notizie al governo italiano, la Corte ha deciso di sospendere le espulsioni per gli undici immigrati dei quali è stato fornito il nominativo. La decisione è vincolante per le autorità italiane. Nelle prossime settimane la Corte europea si dovrà pronunciare sul merito della questione: dovrà cioè decidere se, come sostengono gli avvocati degli immigrati, la Libia non offre garanzie adeguate per la tutela dei diritti umani delle persone espulse sul suo territorio. A riferirlo, a Palazzo Madama, è stata la senatrice dell’Unione Tana De Zulueta.

Nel frattempo, cioè nelle ultime dodici ore, si ingrossa l’afflusso di migranti a Lampedusa, dove in una raffica di sbarchi tra la notte scorsa e questa mattina sono approdate in totale 565 persone.
La notte scorsa, in quattro ondate successive, sono approdati sull’isola 379 extracomunitari, altri 120 sono giunti in mattinata. Il primo gruppo di 119 persone è giunto a Lampedusa intorno all’una della notte scorsa dopo essere stato intercettato a una quarantina di miglia a sud-est dell’isola. Stamattina altri 172 clandestini sono stati fermati a terra al momento dello sbarco e altri 80 clandestini circa stanno arrivando a bordo di due unità della Capitaneria.
Due barconi carichi di immigrati sono riusciti a raggiungere direttamente le coste agrigentine, tra Marina di Palma e Licata. Polizia e carabinieri hanno intercettato lungo la strada provinciale una settantina di clandestini, ma il loro numero sarebbe nettamente superiore.

Nel centro di accoglienza di Lampedusa, che dispone solo di 190 posti ed è stato saturato dagli ultimi arrivi, gli immigrati sono stati identificati in attesa di essere almeno in parte trasferiti negli altri cpt siciliani e calabresi, a Porto Empedocle ne sono già arrivati un centinaio ieri. Sono uomini o ragazzi, africani e nordafricani – tra loro ci sono solo quattro donne e 13 minori -, infreddoliti, spaventati, affamati, venuti in Italia per cercare lavoro e denari da mandare alla famiglia. Ma la situazione è ancora di emergenza.

E temendo le conseguenze di questa nuova emergenza in virtù della Bossi-Fini e degli accordi bilaterali del governo con Libia e Egitto, la Sezione Italiana di Amnesty International ha scritto oggi al ministro Pisanu chiedendo che vengano rispettati i diritti umani delle centinaia di cittadini stranieri arrivati via mare negli ultimi giorni a Lampedusa.
In particolare, l’associazione ha ricordato gli obblighi internazionali dell’Italia per quanto riguarda le procedure di identificazione e di asilo, sottolineando come in precedenti occasioni (in particolare, ottobre e dicembre 2004 e marzo 2005), il governo abbia deportato oltre mille persone in Libia ed Egitto – paesi in cui i diritti umani sono ampiamente negati -violando il diritto internazionale sui rifugiati.

Amnesty International ha ricordato al ministro Pisanu la decisione di ieri della Corte europea dei diritti umani che, dopo aver acquisito dal Governo informazioni riguardanti la correttezza delle procedure di identificazione e di asilo e la natura dei rinvii, ha invitato l’Italia a non espellere 11 cittadini stranieri arrivati a Lampedusa a marzo.

di red