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Comunicato Stampa

Monfalcone – Migranti occupano l’ex-Capitaneria di Porto

Oggi alcune decine di persone sono entrate all’interno dell’ex-Capitaneria di Porto di Monfalcone (Go), ci sono entrate per liberare uno spazio grandissimo dall’incuria e dall’abbandono, ma soprattutto ci sono entrate perché si rifiutano di dormire in strada, nelle auto, da amici su un divano, e si oppongono alla precaria logica dell’”oggi qua domani vedremo”.
Tutte queste persone, infatti condividono il bisogno di un tetto sopra la testa, donne e uomini tutti giovani, ragazzi e ragazze che quotidianamente si piegano a fare i mille lavori che il nostro bel mercato del lavoro offre loro, compreso chiedere l’elemosina fuori dall’ospedale di S. Polo, o vendere porta a porta le cianfrusaglie più inutili che ci siano in circolazione. Oppure sono saldatori, elettricisti, in una sola parola sono il precariato; la forma più spietata e esposta del precariato, quello migrante, sfruttabile e criminalizzabile alla bisogna, basta essere senza il famosissimo “Permesso di Soggiorno”, et voilà si passa direttamente dall’inferno del ponte e/o della sala macchine di una qualsiasi “Princess” o “Carnival” alle suite familiari del “Lager-Inn” di Gradisca d’Isonzo.
Questi ragazzi sono in maggioranza Africani, provengono dal continente più povero e tormentato dell’intero globo, sono scappati da paesi ricchi, ricchissimi come la Nigeria, ma dove la violenza la fa da padrone, fuggono da paesi riconosciuti come democratici, come il Camerun, dove però il diritto di parola e di critica è un optional.
Sono in Italia per poter vivere in pace, per questo chiederanno alla Questura di Gorizia un permesso di soggiorno per “richiedente asilo politico”.
Non sarà facile ottenerlo, ma non è stato facile neanche raggiungere l’Italia dalla Libia a bordo delle “carrette del mare”, non è stato facile neanche sopravvivere fino ad ora da clandestini nel paese della tolleranza zero, (con i poveri e con i migranti), ma oggi abbiamo detto basta! Abbiamo cominciato a lottare insieme a questi fratelli e sorelle per i diritti di tutti e per questo chiediamo l’aiuto e la solidarietà delle associazioni, dei partiti, sindacati, parrocchie, famiglie e singoli cittadini, che si sentono vicini a noi e sanno che esprimiamo un bisogno reale e concreto con le uniche armi che abbiamo.
Gli occupanti dell’ex- Capitaneria di Porto chiedono al Comune di Monfalcone, prima di tutto di non sgomberare questa esperienza attraverso l’uso della forza pubblica e di considerarla non come un problema di ordine pubblico ma come una situazione sociale che necessita di essere risolta attraverso proposte concrete, in secondo luogo vogliamo aprire una discussione seria sulla gestione, o meglio sull’autogestione di questo spazio, vogliamo farlo diventare un simbolo di libertà, di autodeterminazione, di mutua-solidarietà tra i soggetti diversi che compongono il precariato sociale di questi territori.
Per fare questo abbiamo bisogno di parlarci e di capirci. Noi riteniamo che la Municipalità abbia fatto un grande sforzo (economico) per comprare da Fincantieri questo spazio, e già questa è una grandissima contraddizione, visto il tributo che questa città ha già pagato per far lievitare i profitti di Fincantieri. Ma detto questo non vorremmo che l’amministrazione oggi si facesse beffa dei cittadini spendendo miliardi di soldi pubblici per tenere vuoto uno spazio abbandonato al degrado, o nella migliore delle ipotesi (cioè sempre quella) di farci Uffici Comunali.
E se invece ci facessimo qualcosa di estremamente necessario, magari valorizzando e continuando a praticare l’autorecupero dello stabile da parte degli ospiti? E se creassimo l’unico centro d’accoglienza gratuito e senza convenzioni della Provincia? E se il Comune di Monfalcone si facesse anche garante per i richiedenti asilo?
Fantasia? Utopia? Forse, intanto il nostro sogno oggi è una bellissima realtà che si chiama:

HOTEL ESILIO.

Monfalcone, 10 giugno 2005
Periferia dell’Europa, Pianeta Terra

Associazione Razzismo Stop Venezia Giulia – Movimento Sos Casa