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Quando è impossibile la coesione familiare…

Il racconto di una signora rumena che vive a Rimini

Rimini – settembre 2005

Sono una signora rumena, ho due gemelli cittadini italiani (il mio ex-compagno è
italiano), sono venuta in Italia per offrire ai miei figli delle condizioni di vita
migliori, ho pensato che essendo cittadini italiani avessero diritto di vivere in
Italia con la loro madre
.

Ho cercato inutilmente di avere un permesso di soggiorno ma la motivazione del
soggiorno della quale potrei usufruire cade nel vuoto, in quanto mi verrebbe
rilasciato un permesso di soggiorno per coesione con cittadino italiano (i miei
figli), che in realtà sono in Romania.

L’Ambasciata italiana a Bucarest dovrebbe rilasciare i passaporti italiani dei
bambini per entrare in Italia ma non li rilascia in quanto non è possibile avere il
consenso del padre che è irreperibile.
E’ stata inoltre emessa in Romania una Sentenza di affidamento dei miei figli a mio favore.
Mi domando ogni giorno come devo fare per convincere i funzionari del consolato a rilasciare
il passaporto. I miei figli potranno mai raggiungermi qui?

Un consulente mi ha detto che non posso portare i miei figli se non garantisco un
alloggio e un lavoro, ma come faccio ad avere un affitto e un lavoro regolare se io
sono clandestina e l’unica possibilità che ho per ottenere un regolare pds è la richiesta di coesione con i miei figli che sono cittadini italiani?

Mi chiedo se si può articolare un progetto assieme ai Servizi Sociali e al Tribunale dei
Minorenni dove mi si accoglie per un periodo breve in una struttura finchè,
regolarizzata la situazione, non possa rendermi autonoma economicamente. Sono tante le domande che mi pongo, tanta e forte è anche la mia sofferenza.

Mi assalgono sempre un sacco di pensieri e mi chiedo come non sia possibile che i Servizi Sociali non intervengano, semplicemente perchè i miei figli sono in Romania, eppure sono cittadini italiani…. forse cittadini italiani di serie B a questo punto. Questo è il loro paese, qui vive, anche se in condizioni precarie la loro madre, ed è loro diritto poter rientrare come accadrebbe a qualsiasi altro cittadino italiano e come sarebbe giusto accadesse ad ogni cittadino del mondo.

– , consulente presso il “Centro Donna e Famiglia Straniera” del Comune di Rimini e mediatrice culturale presso il “Legal Forum” che sta seguendo il caso della signora rumena quì riportato.