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Spagna – La Guardia Civile uccide due migranti camerunensi

Testimonianze tratte da IMC Madiaq/Tanger*

Lo scorso 28 agosto un numeroso gruppo di migranti ha tentato di attraversare la frontiera che separa il Marocco da Melilla. Divisi in tre gruppi, sedici migranti vengono bloccati dall Guardia Civile e dalla polizia marocchina, che cominciano una violenta operazione di repressione dapprima utilizzando pallottole di gomma che feriscono gravemente alcuni immigrati, successivamente colpendo con i calci dei fucili e manganelli elettrici le persone rimaste a terra.
Due migranti camerunensi sono le prime vittime di questa brutale operazione militare, la loro uccisione verrà confermata da un delegato del Governo di Melilla.
Gli altri migranti del gruppo, che hanno nel frattempo allertato le associazioni civili e testimoniato i pestaggi e l’assassinio dei compagni, il giorno successivo vengono arrestati dalla Guardia Civile per essere espulsi alla frontiera con Argelia.
Alle sei del mattino del 31 agosto i militari marocchini eseguono una retata nei boschi di Nador, nei dintorni della frontiera di Melilla dove si trovano gli immigrata subsahariani. Alcuni immigrati successivamente contattati da Indymedia Estrecho confermano che molte persone sono state arrestate e che saranno deportate alla frontiera di Argelia.
Raccontano inoltre il contingente dei militari impiegati nella terribile retata era molto più numeroso che in altre occasioni e che era dotato anche di un elicottero.
Come in altri casi, i migranti sono stati torturati e derubati di tutti i loro averi.

Comunicato/testimonianza dei migranti protagonisti

Leggi e sosttoscrivi il Manifesto dei migranti in transito dal Marocco [ in italiano ] [ in inglese ] [ in spagnolo ]

“Alle due della mattina un gruppo di migranti ha tentato di superare il filo che separa il Marocco da Melilla. La polizia ci ha attaccato utilizzando, come sempre, i metodi più duri di tortura. Il bastone elettrico, le manette, gas lacrimogeni, proiettili di gomma, proiettili veri.
Hanno attaccato un compagno fino a quando questi non si è alzato più da terra. Hanno aperto la piccola porta della postazione e hanno deportato tutto il gruppo in Marocco insieme al corpo del compagno morto. Il corpo morto giaceva accanto a noi in questo bosco dove stavamo aspettando che qualche autorità internazionale documentasse tutto questo, ma la Guardia Civile può assassinarci con totale impunità.”

Alle 4.30 della mattina, un compagno camerunense ci spiegava la sua situazione. Non è la prima e non sarà l’ultima volta che un migrante subsahariano in transito per il Marocco subisce delle aggressioni di questo tipo, solo che oggi qualcuno ha calcato la mano. Esercitare una tale violenza è semplice dal momento che le vittime scompaiono in territorio marocchino.

Da Ceuta abbiamo documentato 271 deportazioni illegali effettuate dalla polizia negli ultimi tre mesi… la maggior parte delle persone fu prima torturata.

Chiediano giustizia per i compagni assassinati
Chiediamo un’indagine accurata sulla polizia di Cueta e di Melilla
Chiediamo al PSOE di non appaltare a paesi terzi la violazione dei diritti umani.


*Traduzione di associazione Ya Basta! Bologna