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da Articolo 21 dell'11 ottobre 2005

L’accusa del medico: al Cpt di Lampedusa affari e complicità

Sfido qualsiasi Paese europeo che abbia problemi di immigrazione clandestina a gestire strutture più umane e più sollecite di quelle italiane», ecco un’altra grave denuncia. Questa volta non arriva da l’Espresso ma da Biagio Palumbo, medico ed ex direttore del Cpt di Agrigento. «In quel centro – sostiene Palumbo – si lucra sugli immigrati».
Secondo il medico, anche lui componente della Misericordia – l’associazione che gestisce l’unica struttura dell’isola siciliana ora sott’inchiesta dopo il reportage del settimanale nazionale – le irregolarità sarebbero state commesse dai suoi colleghi.
«Ogni volta – racconta Palumbo – mi recavo dal vescovo della città, dal quale le Confraternite in qualche modo dipendono, e segnalavo ciò che non funzionava: da Lampedusa gli immigrati arrivano nudi, senza i necessari indumenti che i volontari devono fornire a queste persone».
Il medico, oltre a monsignor Carmelo Ferraro, avrebbe denunciato il tutto anche alla Prefettura di Agrigento, «ma nessuno ha mai fatto nulla per rimettere le cose a posto. Il vescovo Ferraro – prosegue Palumbo – forse illuso da qualche funzionario della prefettura, mi chiedeva di andare avanti».
E non finisce qui. Palumbo getta un’ombra ancora più nera su Lampedusa, ma precisa: «Vi sono fatti molto più gravi commessi in questi anni in quel centro, ma mi riservo di riferire solo davanti agli investigatori».
Nel frattempo l’uomo continua la sua battaglia per i diritti umani come può. Ieri ha inviato una lettera al direttivo nazionale delle Confraternite, sollecitando un intervento. «Sono un volontario – conclude Palumbo – che crede nei valori su cui quali si basa la Misericordia, ma quanto è avvenuto a Lampedusa getta discredito su tutti».

Di tutt’altro avviso Pisanu: «Aspetto con serenità gli esiti delle indagini, soprattutto quella dell’autotirtà giudiziaria». E sulla visita al centro della Ue ha detto: «Sto aspettando la relazione, se sono ben informato sarà in netto contrasto con il servizio de l’Espresso».