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da l'Unità dell'8 ottobre 2005

Lampedusa-lager, la Procura apre un’inchiesta

La procura di Agrigento ha deciso venerdì di aprire un’inchiesta contro ignoti in seguito alle denuncie fatte dal giornalista dell’Espresso, Fabrizio Gatti sul cpt di Lampedusa. Gatti, che per otto giorni è rimasto rinchiuso nel cpt spacciandosi per un curdo iracheno, verrà ascoltato dai magistrati nei prossimi giorni. Intanto la Procura ha acquisito l’articolo pubblicato venerdì dal settimanale. Per ora i reati ipotizzati sono: lesioni personali e peculato. Nel racconto del giornalista, infatti, si denunciava anche la sparizione dei soldi presi in custodia dalle forze dell’ordine al momento dell’ingresso nel centro.

Il ministro Beppe Pisanu, pressato dall’opposizione e da organizzazioni umanitarie come Amnesty e l’Unhcr, venerdì sera decide di mandare a Lampedusa, per un sopralluogo, il prefetto Alessandro Panza, direttore centrale per l’immigrazione del Viminale.

In mattinata Pisanu aveva, invece, sposato la tesi che si trattasse solo di accuse inventate o poco più. All’Unità on line, venerdì mattina, aveva rilasciato solo una dichiarazione, a firma del suo portavoce, Luca Manotovani: «Non ho intenzione di concedere interviste, alimentando speculazioni. Riferirò solo in Parlamento». Per proseguire poi: «Quell’articolo è tanto infondato quanto calunnioso e colui che l’ha fatto ha commesso un reato, perseguibile a norma di legge». Ma evidentemente dopo l’avvio dell’inchiesta giudiziaria da parte della procura di Agrigento e le richieste di chiarimenti non solo dall’Unione ma anche dall’Onu, ha preso obtorto collo una posizione meno perentoria.

L’Unione non ci ha messo molto ad insorgere. Il Pdci chiede le dimissioni di Pisanu, i Ds vogliono che il ministro lunedì venga in Parlamento a riferire. Idem i Verdi. Idem Rifondazione.

«Trovo assolutamente inaudito che un ministro neghi una realtà documentata –denuncia il senatore Ds, Nuccio Iovene- In realtà non vi è nulla di nuovo nelle cose raccontate dal giornalista dell’Espresso. Da tempo ormai associazioni e parlamentari denunciano uno stato di non diritto in queste strutture. Oggi però c’è una testimonianza concreta e non la si può ignorare».

«Chiediamo le dimissioni del sottosegretario agli Interni, Giampiero D’Alia, del Prefetto e del Questore di Agrigento –è il commento di Giusto Catania, europarlamentare di Rifondazione, che era tra l’altro nella delegazione europea che il 15 settembre scorso ispezionò il cpt- Oltre ad essere i responsabili del Cpt di Lampedusa, sono gli autori materiali del raggiro ai danni della delegazione ufficiale del Parlamento Europeo che ha visitato quel centro dopo che era stato ripulito e svuotato». Dello stesso parere anche Claudio Fava, europarlamentare diessino, anche lui in delegazione il 15 settembre scorso. «Tutti coloro che si sono macchiati della responsabilità di aver coperto queste violazioni sono colpevoli –denuncia Fava- Anche Borghezio che ha parlato del Cpt come di un hotel a cinque stelle».

Non si fa attendere anche la denuncia dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), che in una nota esprime «profonda preoccupazione» dopo aver letto le rilevazioni di Gatti sull’Espresso e chiede al Governo italiano «un chiarimento» su quanto denunciato dal settimanale. «Più volte parlamentari e associazioni hanno parlato di violazioni di diritti umani all’interno del centro -afferma la portavoce di Unhcr Italia, Laura Boldrini- ma oggi quello che desta profonda preoccupazione è quanto testimoniato da Gatti in merito al comportamento delle forze dell’ordine al danno di immigrati e richiedenti asilo».

L’Alto Commissariato ha inviato una lettera al ministro degli Esteri Fini per chiedere che al più presto vengano fornite risposte adeguate a tutti questi quesiti.