Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Manifesto dell'8 ottobre 2005

Pisanu. Quando accusava Amnesty di disinformazione

A. Mas.
Un problema di ordine pubblico. Creato da una «una furibonda campagna di disinformazione, di speculazioni politiche, di incitazioni alla violenza e perfino di vere e proprie azioni terroristiche». Così considerava la questione cpt il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu il 26 maggio scorso, parlando ai giornalisti dopo l’ennesimo, tragico naufragio di immigrati nel Canale di Sicilia. Incurante delle denunce e delle inchieste della magistratura, al centro milanese di via Corelli come a quello di San Foca a Lecce. Storie di pestaggi e abusi, grandi e piccoli, di rivolte e tentativi di fuga repressi nel sangue. Venti giorni dopo quelle accuse di «speculazioni politiche», un’altra tegola pioveva sul capo del ministro. Sotto forma di una sfilza di denunce siglate Amnesty international: abusi da parte di agenti, eccessivo uso di sedativi, pessime condizioni igieniche, cure mediche non soddisfacenti e, non ultimo, la «scarsa trasparenza» del governo Berlusconi, che non lascia entrare all’interno le organizzazioni umanitarie e i parlamentari solo previo avviso. Anzi, quando a settembre arriverà un’ispezione ufficiale di una delegazione del Parlamento europeo, troverà un centro accuratamente ripulito, dell’immondizia come degli immigrati. Anche per Amnesty Pisanu ha la risposta pronta: «Non è la prima volta che ricercano visibilità diffamando le istituzioni che hanno il dovere di contrastare l’immigrazione clandestina. Il ministro dell’Interno continuerà a ignorare simili provocazioni». E gli abusi denunciati? Le violenze? «Stiamo parlando di questioni complesse che non si possono affastellare sulla base di un pregiudizio ideologico, ma si debbono affrontare con umanità, equilibrio e senso alto della responsabilità politica».

Era il 21 giugno, e di lì a poco Pisanu sarà di nuovo tirato in ballo dal forum organizzato a Bari dal governatore pugliese Nichi Vendola, nel quale 14 presidenti di regione firmeranno un documento che chiede il «superamento» dei cpt, nel silenzio dei vertici dell’Unione. «Chi, sopprimendo i centri di permanenza temporanea, volesse escludere qualsiasi possibilità di espellere i clandestini, sappia che metterebbe l’Italia fuori dagli accordi di Schengen», dice il ministro. Poi, offeso: «Sento risuonare espressioni come “espulsioni di massa”, “deportazioni” e “lager”. Da italiano me ne sento offeso e come ministro dell’Interno ho il dovere di respingerle». Ora, Amnesty torna a formulare le stesse domande che pochi mesi fa il ministro ha considerato «provocazioni». Cosa risponderà questa volta Beppe Pisanu?