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da Il Manifesto dell'11 novembre 2005

Pisanu: «Nessun abuso a Lampedusa» di Cinzia Gubbini

Nessun abuso nel centro di permanenza di Lampedusa e nessun comportamento scorretto da parte delle Forze dell’ordine. Impossibile chiudere i cpt, «anzi bisogna costruirne di nuovi». Non averne – come di fatto è accaduto fino al 1999 – proietterebbe il paese in un futuro stile Blade Runner, in cui «qualsiasi governo dovrebbe scegliere tra anarchia e repressione».
E se l’Italia non interverrà combattendo l’immigrazione clandestina e investendo sull’integrazione dei regolari «in futuro le città italiane avranno di che piangere, anche se oggi le nostre periferie non sono certo paragonabili alle banlieues francesi». Lo ha detto ieri pomeriggio in un lungo intervento alla Camera il ministro dell’interno Giuseppe Pisanu, chiamato dai Ds a rispondere sul reportage del giornalista dell’Espresso Fabrizio Gatti, il quale si era finto un clandestino per poter penetrare all’interno del centro di permanenza dell’isola.
In quell’inchiesta Gatti aveva raccontato di una situazione degradata, denunciando tra l’altro le violenze commesse da alcuni carabinieri – che vivono a stretto contatto con gli stranieri, come non dovrebbe accadere in un cpt – tanto fisiche che psicologiche (come mostrare video porno a musulmani praticanti) ai danni dei cosiddetti ospiti.
Pisanu non ha commentato il reportage pubblicato dall’Espresso, ma ha di fatto sostenuto che le circostanze raccontate da Gatti sono false. A dare al ministro Pisanu «l’assoluta tranquillità che anche l’indagine della magistratura in corso giungerà alle stesse conclusioni» sono i rapporti stilati dalle persone incaricate dal Viminale di condurre un’inchiesta amministrativa.
Per l’esattezza il prefetto di Agrigento – che è il responsabile del centro di permanenza di Lampedusa – e «un alto ufficiale dell’Arma» – che si è occupato di verificare eventuali abusi commessi dai suoi sottoposti. «Situazioni di disagio sì, atti di violenza no», ha detto a chiare lettere, imputando i disagi al frequente «sovraffollamento». «Infamanti» le accuse contro le forze dell’ordine e gli operatori delle associazioni (applausi dagli scranni del centrodestra).

La questione del sovraffollamento è quella su cui il ministro ha puntato di più, senza però spiegare come mai tutte le barche intercettate vengano puntualmente scortate verso Lampedusa.
Ricordando di aver già avvertito l’anno scorso che «i flussi di immigrati dall’Africa subsahariana sarebbero aumentati», il ministro si è soffermato sulle «criticità» rispetto alla capacità di «accoglienza» dell’isola.
Pisanu ha parlato di «vertiginoso aumento», sostenendo che i flussi migratori stanno assumendo alcune caratteristiche nuove: comportamenti aggressivi da parte dei migranti e presenza sempre più importante dei minori non accompagnati.

Dopodiché è passato alla parte più politica: ha annunciato che a Lampedusa arriverà un «Commissario ad hoc» per la gestione della situazione legata all’immigrazione sull’isola. Sarà Dionisio Spoliti, «uno dei maggiori esperti in materia», attualmente vice del direttore centrale per i servizi civili e l’immigrazione.
Il ministro ha ribadito che «prima dell’estate» verrà costruito il nuovo centro di permanenza nella caserma dell’isola, mentre l’attuale centro diventerà solo di primo soccorso e ha elencato i tre punti di una nuova strategia per la gestione dei flussi: la costruzione di una tensostruttura a Porto Empedocle, la riapertura del centro di Agrigento e l’ampliamento e la razionalizzazione di quello di Caltanissetta.
Puntando il dito contro chi «si ostina a parlare di fantomatiche espulsioni collettive e di compressioni del diritto d’asilo», contro chi ha aperto la strada a «attacchi eversivi», Pisanu ha sostenuto che in questo modo non si fa altro che «peggiorare il clima».
Lui, invece, vuole dialogare, e per questo rileva «con dispiacere» la non disponibilità a collaborare da parte degli «enti regionali». Ed è anche per questo che non si recherà al Parlamento europeo se non a una condizione: «Che il nostro paese non venga messo sul banco degli accusati, perché a nessuno è permesso mettere in dubbio il ruolo umanitario dell’Italia».

Perfettamente d’accordo il diessino Luciano Violante, primo firmatario dell’interrogazione, il quale nella sua replica ha sostenuto che «gran parte delle cose sostenute ci convincono». D’altronde l’interrogazione mirava a chiedere il rispetto dei poteri ispettivi dei parlamentari e si concludeva con una richiesta di miglioramento delle condizioni dei cpt «per non doverne invocare la chiusura».