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Castel Maggiore – Nasce lo sportello giuridico per i migranti

di Luana Mulazzani, Assessore alle Politiche Sociali e all'Immigrazione

Penso che la legge Bossi/Fini – che crea vincoli fortissimi per i flussi migratori – tenti di esorcizzare il problema delle migrazioni di intere fette di popoli che cercano di fuggire dai loro paesi a causa di guerre, carestie, persecuzioni, eventi naturali tragici (tsunami) e cercano di ricrearsi in Europa prospettive di vita e di futuro. Certamente occorre dotarsi in un sistema di regole per governare i flussi migratori, ma ritengo sia altrettanto fondamentale dotarsi di politiche di accoglienza e di inclusione per affrontare un fenomeno inarrestabile.

Oggi siamo in presenza di alcuni dati di fatto:

– le migrazioni sono un fenomeno in crescita che non può essere fermato con formule repressive, ma va governato sapendo che dalle fasi di squilibrio e conflitto si generano sempre nuovi equilibri e nuove coesioni nella convivenza sociale e civile

– i migranti per l’Europa sono una risorsa, non solo lavorativa, in quanto introducono linfa nuova in un tessuto altrimenti destinato al progressivo invecchiamento.

Ritengo che questa sia la cornice entro la quale collocare attività ed azioni che vedono il ruolo dell’ente locale prioritario nella definizione di politiche di inclusione.

Lo Sportello Giuridico
Abbiamo avvertito la necessità di sperimentare nel concreto una forma di facilitazione alle informazioni, alla legislazione e all’accesso ai servizi per persone migranti residenti o che lavorano nel nostro territorio attraverso la creazione di uno “sportello giuridico”.

A Castel Maggiore esiste una presenza di persone extracomunitarie abbastanza diffusa, da uomini soli venuti in Italia per lavoro ad intere famiglie, per una percentuale del 4,7% circa al 2003, contro una percentuale provinciale del 5,1%.

Le nazionalità presenti sono di vario genere: albanesi, maghrebina, cinese, dei paesi dell’Est con una intensificazione negli ultimi 3 anni della presenza di donne provenienti dalla Russia, Moldavia, Polonia e Romania che svolgono nel territorio della pianura presso famiglie o anziani lavoro di badanti o colfaggio.

Esiste una buona inclusione nella scuola di base e dell’obbligo, si realizzano nuovi accessi anche nelle scuole superiori e ai corsi professionali. Sono presenti da anni lavoratori che si muovono in tutta la cintura di Bologna, prevalentemente nelle fabbriche del settore industriale.

Dalle conoscenze acquisite dal gruppo dei servizi alla persona e dai bisogni evidenziati dai migranti stessi in occasioni diverse ( allo sportello donna al centro, al centro di 2^ accoglienza, presso le scuole) si è evidenziata una realtà in forte mutamento dal punto di vista del raggiungimento dei diritti di cittadinanza, realtà che può mettere in discussione la coesione sociale realizzata negli anni anche attraverso buone pratiche e progetti quali quello del centro di 2^ accoglienza per ricongiungimenti familiari. Mi riferisco in particolare alle rigidità normative della legge Bossi/Fini in materia di permesso di soggiorno e alla precarizzazione del lavoro (rapporti di lavoro discontinui, a termine, in nero etc..) che colpisce in particolar modo i migranti in quanto permea ogni aspetto della loro vita sociale. Questa precarietà colpisce la possibilità di avere o di mantenere il permesso di soggiorno, di ricongiungersi con le proprie famiglie, di accedere a soluzioni abitative dignitose.

Per fronteggiare queste problematiche, l’Amministrazione ha deciso, insieme ad un auspicabile lavoro di concerto con i sindacati e le forze produttive, di sperimentare attraverso l’apertura dello sportello giuridico l’intervento diretto sul territorio cercando di intrecciarlo alla salvaguardia dei diritti.

L’esperienza che sta per iniziare, accompagnata da una festa multietnica in programma a settembre, sarà gestita dal Comune in convenzione con l’Associazione Atash del progetto Melting Pot Europa. Si occuperà dell’informazione, consulenza legale sui diritti e la legislazione vigente e della creazione di una rete di accesso ai servizi del territorio.

Gli operatori di Melting Pot Europa lavoreranno in stretta connessione con i Servizi sociali, lo sportello “donne al centro”, lo sportello per il lavoro ed altri servizi nel territorio cercando di mettere insieme le diverse competenze e connetterle per poter dare un supporto reale a chi, senza certezze , vive in maniera profonda disagio e spaesamento.

Siamo convinti che i cittadini di Castel Maggiore, le associazioni, il volontariato e tutte le forme organizzate collettivamente collaboreranno alla riuscita del progetto e sapranno esprimere accoglienza e solidarietà.