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Da il Manifesto del 28 febbraio 2006

Il governo ha fretta: aperti nelle prossime ore i Cpt di Bari e Gradisca

Il governo preme sull’acceleratore: oggi potrebbero aprirsi i cancelli dei cpt di Gradisca d’Isonzo (Gorizia) e Bari. In un crescendo di tensione tra i manifestanti che in Puglia, come in Friuli, presidiano i centri: dalle otto di ieri mattina è cominciato davanti alla struttura da supercarcere del cpt di Gradisca d’Isonzo, il presidio permanente promosso da tutte le realtà di movimento, partiti (Verdi e Prc), associazioni, e singoli che si sono riuniti in assemblea permanente. Contro il centro gradiscano, contro tutti i cpt italiani ed europei, contro ogni forma di detenzione amministrativa degli immigrati, contro la legge Turco-Napolitano che li ha istituiti e contro quella Bossi-Fini, che li ha peggiorati. A Bari già da mesi il cpt è presidiato dai rappresentanti della «Rete no cpt», di Rifondazione comunista, dei Ds e della Cgil. La resa dei conti è vicina: il ministro dell’Interno, Beppe Pisanu, è intenzionato a chiudere il braccio di ferro sui due cpt più contestati d’Italia. Un’emergenza elettorale: in Puglia e Friuli, dove il testa a testa fra centrodestra e centrosinistra si giocherà su poche migliaia di voti, i cpt diventano strumentali. Forse decisivi. Il presidente pugliese Nichi Vendola ha più volte ribadito il suo «no» ai centri di permanenza temporanea: nel luglio scorso 14 regioni si sono accordate a Bari, durante il forum Mare aperto, per il superamento dei cpt. Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, s’è schierato apertamente – insieme con il presidente della provincia, Vincenzo Divella – contro l’apertura: persino l’azienda municipalizzata s’è rifiutata di fornire il gas al centro. E tra i presidenti che hanno aderito al forum del 15 luglio c’era anche il friulano Riccardo Illy.

Uno dei suoi assessori, il verde Alessandro Metz, è tra i più strenui oppositori istituzionali al cpt friulano. La struttura di Gradisca è stata super blindata da polizia, carabinieri e guardia di finanza, con la presenza di numerose camionette, defender e un elicottero che sorvola continuamente la zona. La gente continua ad arrivare davanti alla Guantanamo italiana, e si montano le tende e si attrezzano roulotte per permettere ai presidianti di passarvi la notte, mentre continua nel cpt il via vai dei lavoratori della cooperativa rossa Minerva che gestiranno il Cpt foucaultiano. Un luogo di deprivazione sensoriale, di nullificazione di qualsiasi intimità o atto volontario, di disprezzo di ogni diritto di chi non rientra nella categoria dei «regolari» e nel quale i i lavoratori della Minerva potranno essere solo guardiani o aguzzini. «Ci siamo ispirati – ha detto Cristian di Razzismo stop – alla civile protesta degli abitanti della Val di Susa che compattamente si sono opposti alla Tav calata dall’alto e hanno “assediato” per giorni i cantieri». «Continuiamo il presidio, la nostra lotta prosegue», dice invece Andrea Russo, della «Rete no cpt» di Bari. E per visitare il cpt di Bari oggi si presenteranno i deputati Alba Sasso (Ds) e Giovanni Russo Spena (Prc): «Ci opporremo a questa apertura», dice Russo Spena, «i cpt sono galere etniche create da una logica aberrante e razzista». «Mi sembra che il ministro voglia solo mettere in difficoltà l’Unione», conclude il segretario del Prc in Puglia, Nicola Fratoianni, «magari creando elementi di tensione». E mentre la tensione sale, gli uomini in forza alla questura di Bari stanno organizzando i primi turni e il ministero, a quanto pare, sta strasferendo altre 25 unità di polizia. Movimenti che non sembrano garantire il funzionamento del cpt. Ma ciò che conta, per ora, è solo aprire i cancelli.
ANTONIO MASSARI
MATTEO MODER