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da Repubblica on line del 16 maggio 2006

USA: 6.000 uomini presidieranno la frontiera messicana

La frontiera fra Usa e Messico sarà presidiata da 6.000 uomini della Guardia nazionale che dovranno contribuire a tappare le falle attraverso le quali passano ogni giorno i clandestini che vanno a ingrossare l’esercito di “chicanos” senza permesso di soggiorno. La misura e’ stata annunciata ieri sera dal presidente George W. Bush, che continua a perdere punti sul piano della popolarità.

“Non abbiamo ancora il pieno controllo delle frontiere e sono determinato a cambiare questo stato di cose”, ha detto il capo della Casa Bianca in un messaggio alla nazione che ha soddisfatto i vertici del partito repubblicano ma non personaggi come Tom Tancredo, un ultraconservatore che da tempo si prepara a correre nelle prossime presidenziali interpretando la paura diffusa tra gli americani di un’invasione di clandestini. Secondo Tancredo la Casa Bianca pecca di lassismo.

“Alcuni giorni fa”, ha detto, “l’amministrazione ha annunciato l’arresto di mille immigrati irregolari. La meta’ di questi e’ stata rilasciata. Aspettiamo di vedere come il presidente garantira’ il rispetto della legge”.

Negativo e’ stato anche il giudizio del governatore della California, Arnold Schwarzenegger. “Quella di inviare la Guardia Nazionale al confine con il Messico e’ una misura tampone e non cio’ di cui abbiamo bisogno”, ha affermato.
Inoltre, ha aggiunto, “i governatori degli Stati di confine non sono stati consultati sulla proposta”.

I 6.000 uomini della Guardia nazionale prenderanno servizio il mese prossimo e per due anni, secondo un criterio di rotazione bisettimanale, collaboreranno con i reparti della polizia che hanno il compito di sorvegliare la frontiera (3.200 chilometri). Non potranno arrestare i migranti ma solo svolgere un servizio di sorveglianza.

Uno schieramento simile al confine non poteva non preoccupare il governo messicano. Il ministero degli Esteri ha lamentato in un comunicato che “tali operazioni non siano accompagnate da effettivi progressi sul piano legislativo” e ha ribadito la necessita’ di “una riforma in grado di offrire una soluzione per i milioni di messicani che vivono negli Stati Uniti senza i documenti richiesti e che potrebbe permettere a entrambi gli Stati di rendere sicuro il confine”.