Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

tratto dal sito globalproject.info

Chiudere i Cpt: se non ora quando?

Maltrattamenti, fuga di atti, licenziamento degli operatori...

Dopo le proteste e la fuga dal centro di permanenza di Torino, a Bari si riapre la discussione sui lager della Puglia.
Oggi, con due articoli del giornalista Gianluigi De Vito, vengono svelate le fughe dal Cpt, i maltrattamenti ai detenuti, la somministrazione incontrollata di psicofarmaci, il mancato pagamento degli stipendi degli operatori da parte della Misericordia e licenziamenti ritorsivi, fughe di atti e documenti…

Le mobilitazioni della Rete No Cpt di Bari proprio contro la Misericordia e gli altri enti gestori colpivano al centro del bersaglio.
Proprio a Bari si tenne il Forum delle Regioni che chiedeva, già al precedente Governo, la fine della stagione della detenzione amministrativa.
Sulla scorta delle mobilitazioni che i Movimenti hanno portato avanti dal 1998 (anno di entrata in vigore della Legge Turco – Napolitano) amministratori locali e Presidenti di Regione, prendevano atto della necessità di aprire una nuova via alla gestione dell’immigrazione con la chiusura dei Cpt.
Un primo passo cui, di fatto, non è seguito ancora nulla.

Da allora, anzi, sono stati aperti due nuovi Cpt, uno proprio a Bari e l’altro a Gradisca D’Isonzo (Go). A Torino sono iniziati lavori per l’allargamento del centro, in Sicilia la schiavitù è la norma.
La chiusura dei lager per migranti costituisce un primo atto, urgentissimo, cui questo Governo deve farsi carico senza mediazioni e perdita di tempo.
Un atto cui deve seguire la completa riscrittura della attuale legislazione in tema di immigrazione ed asilo politico, di cui i Cpt costituiscono il più odioso epifenomeno.

Leggi gli articoli di stampa:

Rivolta al Cpt. Ma degli operatori
Bari, fuga per 4 dal Cpt