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CPT Bologna – Processo per il pestaggio del 3 marzo ma l’immigrato non può testimoniare

Said, vittima del pestaggio e testimone non può partecipare all'udienza

Sono indagati quattro esponenti delle forze dell’ordine – un ispettore e tre agenti di polizia – accusati di lesioni volontarie aggravate contro otto detenuti.

Sono imputati anche cinque immigrati, per il lancio di oggetti e il danneggiamento delle grondaie durante quella notte, quando, secondo le dichiarazioni dei detenuti e delle parlamentari Katia Zanotti e Titti de Simone ci fu un vero e proprio raid punitivo delle forze dell’ordine contro i detenuti del centro in seguito al tentativo di fuga, subito sventato, di due stranieri.

Quello che si celebra dopo oltre 3 anni è un processo a cui non possono partecipare gli immigrati, vittime del pestaggio e quindi testimoni. Said Imich è uno dei ragazzi che denunciò le violenze subite dalla polizia, le sue testimonianze avviarono le indagini preliminari contro gli agenti, ma Said non può partecipare all’udienza perché è irregolare. Infatti gli venne allora riconosciuto il permesso di soggiorno per motivi di giustizia: in base all’art 17 del T.U. 286/1998 gli fu dato un permesso di tre mesi, rinnovato poi per altri tre mesi ma senza in seguito nessun altra proroga.
E’ il paradosso estremo. Qual è lo spazio per agire il diritto di tutti alla difesa se i testimoni e le vittime non possono partecipare perché sono straniere? Come si può parlare di giustizia?
Certo gli avvocati intendono chiedere all’udienza la revoca dell’espulsione per Said, ma l’ingiustizia è stata compiuta da tempo, ormai, in quanto Said risulta irregolarmente presente nel territorio e dopo essere stato pestato dalla polizia rischia ogni giorno la deportazione.
Per ricordare quello che accadde dopo il tentativo di fuga ai danni di persone estranee all’evasione, riproponiamo un’intervista d’archivio alla parlamentare Titti de Simone, testimone al processo. La parlamentare di RdC visitò il centro di permanenza insieme a Katia Zanotti (Ds) il giorno successivo alla notizia delle violenze e ai microfoni di Melting Pot ricorda il suo sopralluogo nel CPT di Bologna il 4 marzo del 2003.

[Ascolta ] l’intervista all’on. Titti de Simone.

Said è l’unico testimone oculare, gli atri detenuti sono tutti stati espulsi. E’ un testimone scomodo: quello che ha visto e subìto e che potrebbe raccontare ai giudici assomiglia troppo alle torture praticate ad Abu Grahib.

Il libro di Marco Rovelli “Lager italiani” dedica un capitolo alla storia di Said, raccontando cosa è accaduto quella notte.

[Ascolta ]la lettura di alcuni passaggi dal libro Lager Italiani dedicati al pestaggio.

Saranno condannati i responsabili delle violenze e degli abusi che Said ha subito insieme ad altri invisibili?
Come può esserci giustizia in un giudizio che non tiene conto della voce della vittima che si rivolto alla giustizia italiano sporgendo denuncia?
La vera giustizia potrà forse esserci solo se simili strutture, lager del XXI secolo, saranno chiuse definitivamente.