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da Liberazione del 1 agosto 2006

Cpt, cambio al vertice – Due navi respinte in mare

Al Viminale Mario Morcone si occuperà di immigrazione

Stefano Galieni
Il Prefetto Anna Maria D’Ascenzo, ha fatto i bagagli. Il posto di “Lady cpt”, alias responsabile del “Dipartimento libertà civili e immigrazione” al Viminale è passato al prefetto Mario Morcone, classe 1952, amante della buona cucina e di Bob Dylan, fino a ieri responsabile dei Vigili del Fuoco. Il cambiamento non è di poco conto. D’Ascenzo aveva visto crescere il proprio peso al ministero sotto la direzione di Pisanu, il suo operato aveva sempre lasciato poco spazio alle “libertà civili” e molto alle politiche repressive. Le sue uscite pubbliche più di una volta erano imbarazzanti: pretendeva un cpt in ogni provincia, difendeva le politiche del governo durante il periodo delle deportazioni da Lampedusa in Libia sgravando il Ministro da ogni responsabilità, attaccava organizzazioni la cui autorevolezza e imparzialità erano fuori discussione come Medici Senza Frontiere, perché rendevano pubblici i rapporti delle loro visite nei centri. La funzionaria ligia agli ordini governativi ha sfornato in questi anni circolari amministrative che hanno portato ad una interpretazione restrittiva della stessa Bossi Fini, realizzando un sistema che rendeva i cpt impermeabili sia dal lato amministrativo e gestionale, che dal punto di vista delle condizioni di vita garantite.

L’approccio, riassunto in una lunga intervista rilasciata nel marzo 2005 dai realizzatori del libro bianco sui centri, era riassumibile in poche battute: «I centri non sono carceri e lo si dimostra col fatto che se qualche ospite riesce a fuggire il personale di sorveglianza non subisce provvedimenti disciplinari. […] Come ci si fa a lamentare di Lampedusa? Ma credete che in Africa questi riescano a mangiare tre volte al giorno? […] Il problema è sempre uno: i soldi. Chi ce li da i soldi?». Per una curiosa coincidenza, l’intervista si concludeva evidenziando la collaborazione messa in piedi con i Vigili del Fuoco. Sarà il caso ma si è arrivati, dopo una fase in cui si prevedeva il pensionamento per raggiunti limiti di età della D’Ascenzo, allo scambio di ruoli.

» importante a questo punto capire quali saranno le modalità con cui intende muoversi il nuovo responsabile, voluto dal ministro Amato. I primi segnali sono ambigui: il 28 luglio Morcone si è recato in visita al cpt di Bari, le dichiarazioni che ha rilasciato all’uscita evidenziano insoddisfazione per le condizioni di trattenimento. Sarà importante capire se, al di là delle commissioni ministeriali, il nuovo Capo del dipartimento renderà più accessibili gli ingressi ai centri, anche all’associazionismo, ai rappresentanti delle istituzioni locali e al mondo dell’informazione.

Ma quello che è accaduto domenica al largo delle coste tunisine, rappresenta un segnale inquietante. La motovedetta Sibilla, della Marina Militare, su indicazione del ministero, ha costretto al rientro in Tunisia, due pescherecci che trainavano imbarcazioni cariche di migranti, accogliendo solo 16 persone in cattive condizioni di salute. «Un respingimento collettivo, illegale non solo per le norme internazionali ma anche per quanto affermato dal programma dell’Unione», ha ricordato Roberta Fantozzi, della segreteria nazionale del Prc. Le imbarcazioni sono state riconsegnate alle autorità tunisine, senza verificare neanche la nazionalità delle persone imbarcate o il loro diritto a chiedere asilo: «Un altro modo per aggirare gli obblighi internazionali, come avvenne con la nave Cap Anamur – ricorda Fulvio Vassallo Paleologo, dell’Università di Palermo – solo che allora governava la destra».