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da www.unita.it del 1 agosto 2006

Immigrazione, Ferrero: «Visti per cercare lavoro»

Contro l’immigrazione clandestina va introdotto il permesso di soggiorno per ricerca di lavoro. Questa la posizione del ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero intervistato da Skytg24. Un’altra modifica da apportare al più presto al testo della Bossi-Fini, dopo i due decreti approvati sabato che riducono di un anno i tempi di permanenza per ottenere il permesso di soggiorno e facilitano i ricongiungimenti familiari. Ma il permesso di soggiorno per ricerca di lavoro «non sarà indiscriminato».

Uno straniero, infatti, per restare in Italia in cerca di lavoro «avrà bisogno di uno sponsor, una sorta di garanzia fornita da un’associazione imprenditoriale o di un volontario che si prenderà cura dell’immigrato, e di una «dote», garanzia per il suo mantenimento, che probabilmente si aggirerà intorno ai 2-3mila euro, ha dichiarato Ferrero. «In questo modo si crea una rete di relazione che inserisca il migrante in un contesto» ha concluso il ministro. Per Ferrero è importante modificare la Bossi-Fini, che «non è servita a scegliere chi entrava ma a far si che chi è entrato in Italia illegalmente ci è poi rimasto».

A proposito dei due decreti approvati dal governo la settimana scorsa il ministro ha dichiarato che non è stata fatta nessuna sanatoria, «per il momento abbiamo solo messo una «pezza» ad una questione clamorosa». «Bisogna avere il coraggio di dire la verità, queste 520 mila persone (che fanno parte dei due decreti sui flussi) non stavano a casa loro e qualcuno le ha chiamate in Italia. Erano già in Italia. Questo governo non ha fatto nessuna sanatoria a differenza di quanto ha fatto il centro destra che ha fatto una sanatoria per 700 mila persone», ha detto il ministro nel corso dello speciale di Skytg24.

«L’immigrazione è un fenomeno epocale», ha aggiunto Ferrero, sulle coste sud del Mediterraneo si vive molto peggio che sulle coste nord e in più molti Paesi, ha poi aggiunto, penso alla Somalia, ai Paesi del Corno d’Africa e a quelli dell’Africa sub-sahariana, vivono condizioni o di conflitto in atto oppure di conflitti appena terminati. Questa è una situazione che fa si che molta gente preferisce tentare la sorte piuttosto che rimanere nei loro Paesi e questo rende la questione dell’immigrazione un fatto epocale»ha concluso il ministro. A questo proposito, il ministro della solidarietà sociale ha spiegato che «serve cooperazione internazionale per una ridistribuzione delle ricchezze e un aiuto allo sviluppo dei Paesi del terzo mondo». «È necessario uscire dalla discussione incentrata sull’emergenza di Lampedusa, che è peraltro un prodotto della legge Bossi-Fini, per affrontare delle politiche incentrate sull’integrazione degli immigrati in Italia. Cercare di aiutare le popolazione lì dove insorgono conflitti che, producendo situazioni disperate, favoriscono l’immigrazione». «Oltre alla possibilità di ingresso, della Bossi-Fini, conclude Ferrero, si dovrà metter mano alle procedure che dalle Prefetture dovranno passare ai Comuni e ancora al «circuito penale», per cui ad oggi ci sono 20mila immigrati in carcere, 10mila dei quali sono detenuti perché non hanno il foglio di via, causando uno spreco di risorse notevole».