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Bari – Lettera ai componenti della Commissione sui Cpt

No alla commissione truffa: un CPT non è mai umanitario

Lettera ai componenti della Commissione di inchiesta sui Cpt in visita a Bari

A quanto pare verrete a Bari, a visitare alcune delle strutture detentive che l’Italia, usando falsamente l’Europa e gli Accordi di Shengen, ha costruito su queste terre ed ha chiamato Centri di Permanenza Temporanea ed Assistenza, o centri di identificazione o centri di accoglienza o “centri”, senza aggettivazione alcuna.
Supponiamo che, a seconda delle sensibilità dei singoli componenti, sarete alla ricerca di elementi che possano confermare i vostri dubbi sull’esistenza di questi mostri giuridici oppure di elementi che li legittimino. Chi cercherà e dichiarerà della pulizia di una struttura rispetto all’altra, chi del contrario; chi dell’adeguatezza agli scopi che si prefiggono queste orribili strutture, chi dell’inutilità, chi del rispetto dei diritti, chi della loro violazione …
Immaginiamo che cercherete le convenzioni, che indagherete gli appalti ed i subappalti stipulati dal Ministero dell’Interno, dalla Prefettura, dagli enti gestori delle nuove galere, quel falso privato sociale che scopre l’umanità solo quando dietro di essa si cela il profitto.
Vi troverete certamente a disagio nel constatare che la struttura di Bari Palese non è un Cpt, né un centro di identificazione né un carcere, né un manicomio, né un ospedale da campo. Accerterete, infatti, che quel centro, tra l’altro, si muove al di fuori di qualsiasi legge che permetta il trattenimento delle persone ivi recluse.
Vedrete che il CPT nel quartiere S. Paolo detiene molte meno persone di quelle che potrebbe contenere e che la sua pulizia è eccellente. Forse vi rallegrerete di questo.
A quanto pare vi siete dichiarati disponibili ad ascoltare le voci dei senza voce, dei reclusi, e, accanto ad esse, le voci della società civile e anche di chi su questi temi ha manifestato la propria contrarietà.
Comunque non avrete la possibilità di ascoltare le voci e le istanze di coloro che sono stati già deportati, o espulsi collettivamente verso la Libia per poi finire morti nel deserto, coloro che giacciono sul fondo di uno dei mari più insanguinati della Terra.
A queste assenze si aggiungerà quella di coloro che dichiarano sin d’ora che non accetteranno di discutere con voi di come abbellire o superare i Cpt; di coloro che non credono che una Commissione in gran parte ministeriale possa essere indipendente: dubitiamo fortemente della legittimità e della utilità dell’istituzione della vostra commissione.
Ma se chiederete in giro verrete a sapere che queste stesse persone, queste voci che vengono dal basso vi hanno già fornito tutte le informazioni di cui avete bisogno per svolgere il vostro lavoro: convenzioni, appalti con giardinieri e ristoratori, informazioni sul lavoro irregolare a favore degli enti gestori, uso di psicofarmaci senza prescrizione o nel cibo, deportazioni illegali, autolesionismo, fughe e desiderio di libertà.
Queste informazioni voi e, prima di voi, il Governo italiano, le ha da sempre, perché da sempre ci battiamo contro la detenzione amministrativa e la negazione della libertà di circolazione delle persone. Pubblicamente. Vi abbiamo già fornito nomi di fornitori, cifre, fotografie, interviste, denunce, documenti scritti, video…
Lo abbiamo fatto quando la lotta contro le politiche di detenzione e di esclusione era condivisa da chi ora è al governo. Il governo che vi ha istituito e che finge di non sapere come si vive e come si muore là dentro.
Quello che vi manca, strutturalmente, è la visione d’insieme.
Ma questa visione non la troverete nella visita da voi annunciata ai “centri”, bensì nei sottoscala delle periferie delle regioni del Sud Italia, nelle fabbriche del nord, nelle campagne pugliesi, campane, siciliane. Le troverete nelle guerre sparse per il mondo. Le troverete solo indagando diseguaglianza e povertà, schiavismo e sfruttamento, precarietà e lavoro nero.
I Cpt e le strutture detentive in un modo o nell’altro esistenti in Italia ed in Europa sono solo ed esclusivamente l’epifenomeno di tutto questo. Volete andare al “centro”? Cambiate, allora, i vostri obiettivi e, per il momento, ritenete esaurito il vostro compito che cela, in realtà, la volontà di addolcire l’esistenza della reclusione illegittima dei migranti.
Rifiutatevi di essere parte di un sistema di controllo e sfruttamento delle vite altrui.

Per la libera circolazione delle persone
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