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da Il Mattino di Padova del 29 settembre 2006

Espulsi i baby-calciatori nigeriani truffati

Arrivati in città erano stati abbandonati La polizia li ha rintracciati in via Tommaseo

di Simonetta Zanetti

Erano venuti in Italia rincorrendo il sogno di giocare a calcio, ma da allora, gli unici calci che i sei nigeriani hanno conosciuto, sono stati quelli di un destino avverso, che li ha visti truffati, derubati ed abbandonati a se stessi. Prima che, due di loro, Emeka Moses Ebe e Alimi Lukmon, venissero espulsi. Due degli aspiranti campioni giunti a Padova al seguito di un sedicente procuratore, mercoledì sono finiti nella rete dei controlli di polizia, mentre si recavano alle Cucine popolari. Portati in questura, i due sono stati trattenuti prima di essere rilasciati nel pomeriggio di ieri. Con il foglio di via.
L’alternativa paventata, era un soggiorno a termine in un cpt. Ancora un fallo da dietro da parte della vita, di quelli che ti piegano le gambe.
L’avvocato di strada che li segue ha già annunciato il ricorso, sostenendo che i giovani, giunti in Italia minorenni, hanno diritto ad un permesso di soggiorno retroattivo.
La giustizia però, ha già fischiato l’inizio dei supplementari e la prossima volta, se saranno nel posto sbagliato, finiranno dritti in carcere. Per poi uscire di nuovo, alla mercè solo del loro destino. Perché la Bossi Fini è così: se sei clandestino vieni arrestato. Resti in carcere qualche giorno, poi una volta scarcerato, non puoi più essere arrestato per lo stesso stesso reato e se non ci sono posti nei cpt rimani in un limbo dove il confine fra lecito e illecito praticamente non esiste.
Il sogno di sei ragazzi nigeriani si trasforma in incubo tredici mesi fa quando ingannati da un aguzzino vestito da procuratore, arrivano in Italia. Grazie a un viaggio costato 6.000 euro ciascuno, tantissimo denaro che perde valore di fronte all’obbiettivo: una vita di successi, fama e soldi. Una volta a Padova, i ragazzi vengono abbandonati in stazione, soli, senza documenti, un indirizzo e nemmeno denaro. Di sera, affamati, si rivolgono ad una parrocchia. Vengono accompagnati in questura, dove denunciano il loro aguzzino. Qui vengono sottoposti ad un test, che rivela la maggiore età di tutti, trasformandoli in clandestini e chiudendo loro, automaticamente, tutte le porte.
«Malgrado fossero delle vittime nessuno si è preso cura di loro» sostiene Francesca Zanotto di Razzismo Stop, l’associazione che nell’ultimo anno li ha accolti e nutriti, cercando di procurargli i documenti. Di loro si è occupata anche una trasmissione Rai. «L’ambasciata nigeriana in Italia ha già rilasciato un certificato di identità in cui attesta che al loro ingresso in Italia erano minorenni – continua – per cui avevano diritto di un permesso di soggiorno: il test, basato sulle caratteristiche caucasiche, non è attendibile. Abbiamo fatto delle collette per sostenere la pratiche per il certificato di nascita legalizzato, che costa 250 euro ciascuno». Nell’ultimo anno i ragazzi sono rimasti «nascosti», incastrati in un pericoloso limbo senza lavorare o studiare. A tener viva la speranza, gli allenamenti di pallone in parrocchia e qualche palleggio con i professionisti.
«Mi domando se sono queste le politiche d’integrazione annunciate dal Comune – prosegue Zanotto – tutti sapevano delle condizioni di questi ragazzi, ma nessuno ha mai fatto nemmeno una telefonata per sapere come stavano. Di fronte a delle vittime che chiedono aiuto bisognerebbe scusarsi, non cacciarle per dimostrare l’importanza del pugno di ferro. Siamo circondati da situazioni drammatiche, che solo una sanatoria può raddrizzare».
Della stessa opinione l’assessore all’immigrazione: «Questa vicenda dimostra che la Bossi Fini è disumana e va abolita poiché non permette alle istituzioni di aiutare le persone in difficoltà senza infrangere la legge – conferma Daniela Ruffini – abbiamo le mani legate. Ma è una vergogna che una legge, anziché offrire possibilità, discrimini la gente, trattandola con crudeltà, senza distinzioni. L’Unione deve rispettare il programma ed abolirla». Ora i due sperano nel golden gol.