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Lampedusa – Verso la manifestazione del 10 settembre

Melting Pot seguirà attraverso una diretta radiofonica l'iniziativa a partire dalle 15.30.

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Domenica 10 settembre si terrà a Lampedusa la manifestazione nazionale antirazzista per la chiusura di tutti i CPT e per l’abolizione delle leggi schiaviste e xenofobe come la Bossi Fini e la precedente Turco Napolitano.

Decine di associazioni e realtà hanno sottoscritto l’appello consapevoli che il futuro di Lampedusa e del suo CPT è il paradigma delle politiche italiane ed europee in materia di immigrazione e di difesa dei confini.

Totò Cavaleri del Laboratorio Zeta di Palermo presenta l’iniziativa, soffermandosi sul ruolo di avamposto nella frontiera sud che Lampedusa rappresenta, crocevia di rotte della speranza e di violazioni dei diritti umani.

Partendo dalla Commissione sui CPT istituita dal Ministro Amato e che ha inaugurato il proprio lavoro con la visita al centro di Lampedusa lo scorso luglio, Totò ripercorre alcuni momenti salienti per l’isola di Lampedusa e per il dibattito sull’immigrazione. Le verità rivelate dal giornalista Fabrizio Gatti, l’opera di maquillage del CPT rinominato Centro di primo Soccorso ed Accoglienza, l’inchiesta aperta dalla Corte Euroopea dei Diritti dell’Uomo sulla responsabilità dell’ex Ministro Pisanu per le espulsioni collettive verso la Libia dell’ottobre 2004 e marzo 2005 – spiega Totò – dimostrano l’ipocrisia della decisione di istituire una Commissione di monitoraggio dei Cpt della durata di sei mesi e il fallimento di ogni tentativo di riformare ed umanizzare la struttura.
[Intervista parte I ]

Quello che si propone ciclicamente a Lampedusa è da considerarsi banco di prova per il nuovo governo di centro sinistra che, se da un lato si mostra favorevole ad allargare le possibilità di accesso regolare al territorio italiano, dall’altro continua ad addossare sugli scafisti ogni colpa dei naufragi – “almeno 94 i morti nel solo mese di agosto“, precisa Totò – comodo alibi per le responsabilità dei governi europei. E mentre si accumula sempre più ritardo rispetto all’emanazione di una legge italiana per il diritto sull’asilo, il Ministro dell’Interno invoca l’intervento di forze europee – la missione congiunta Frontex – per pattugliare le coste italiane e rendere impossibile l’arrivo di migranti.
Così commenta Totò: “Il rilascio di permessi di soggiorno per ricerca lavoro, così come le altre misure annunciate da Ferrero, sarebbero degli straordinari passi avanti, ma c’è una distanza agghiacciante tra queste dichiarazioni e quello che si è verificato quest’estate, quando due imbarcazioni provenienti dalla Tunisia sono state respinte dagli eserciti europei compiendo violazioni del diritto internazionale Nel frattempo gli esponenti del Governo fanno uso di grossa retorica nel dire che sono terminate le espulsioni verso la Libia, in realtà continuano le espulsioni verso i paesi terzi, dove le condizioni di vita sono quantomeno precarie. Non c’è differenza tra l’illegittimità delle espulsioni di massa verso la Libia e i respingimenti collettivi in mare, la logica è la stessa, ed è sempre più una logica di guerra globale. Infatti a pochi chilometri dalla costa italiana mezzi militari respingono verso la morte nel deserto i migranti, mentre sul territorio italiano i migranti clandestini sono detenuti come prigionieri di guerra

[Intervista parte II ]

Rispetto al clima che si respira sull’isola in attesa della manifestazione del 10 settembre, Totò Cavalieri sottolinea il paradosso della fobia preparata ad arte dalle autorità: “In un’isola da cui vengono deportate persone, in un’isola dove vengono praticate violenze quotidiane su persone innocenti detenute illegalmente, dove si muore in mare senza soccorso, il pericolo criminalità è rappresentato da chi andrà a manifestare affinché tutto ciò finisca”.
[Intervista parte III ]