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Trento – Nuove “spettacolari” operazioni di polizia.

Nuova operazione in grande stile della Questura di Trento negli ultimi giorni. In tre giorni di controlli a tappeto di personale della Questura, coadiuvato dal nucleo speciale anti-crimine di Padova sono state identificate 145 persone, 4 tratte in arresto, 10 espulse e 3 inviati al CPT di Gradisca d’Isonzo.
Non è la prima volta che operazioni di questo tipo vengono effettuate a Trento, nelle zone della marginalità sociale (parchi, stazioni ,case abbandonate, fabbriche dismesse,ecc.).
Riportiamo il comunicato stampa di Officina Sociale.

“Un numero spropositato di Forze dell’ordine, coadiuvate dal reparto Anti-crimine della polizia di Padova, hanno setacciato negli ultimi giorni ogni angolo di Trento, battendo palmo a palmo i parchi dove solitamente si ritrovano i senza fissa dimora, entrando come commandos nelle case abbandonate utilizzate dai migranti come rifugio.
Non è la prima volta che assistiamo a vere e proprie “operazioni speciali” che individuano il loro nemico nel mondo della marginalità sociale. Parchi, strade, case abbandonate vengono accerchiati e coloro che abitano e frequentano questi luoghi sono condotti in massa in Questura e lì divisi tra italiani e stranieri, tra regolari e clandestini. A decine – immigrati, senzatetto, tossicodipendenti, rom, prostitute – vengono messi in fila per ora, in piedi, prima di essere schedati e poi smistati verso l’espulsione, il carcere o un CPT.
E non è la prima volta che condanniamo questi crudeli spettacoli che non servono a nulla se non a far credere, falsamente, che la nostra città sia insicura e che necessiti di essere militarizzata; che non portano a nessun risultato ma offendono la dignità di molte persone che vengono umiliate e considerate soltanto per la regolarità o irregolarità del loro permesso di soggiorno, anzichè per i loro bisogni, le loro speranze, la loro umanità.
Chiediamo a tutta la città di non far scivolare questi fatti sul piano dell’indifferenza, di non far l’abitudine alla negazione dei diritti, di non credere che la repressione – e ancor meno quella spettacolare – possa sostituire o complementare l’intervento politico, che ha il dovere di pensare alla marginalità come questione sociale e non di ordine pubblico!
Ma chiediamo con maggior forza all’amministrazione comunale di non delegare alla Questura il doveroso intervento nelle contraddizioni sociali, che non sono altro che il prodotto del nostro tragico modello di sviluppo.
Non vorremmo scoprire amaramente che queste incivili “operazioni speciali” hanno il placet del governo locale, che sono condivise dal nostro Comune, o peggio, usate per ridurre – in vista dell’inverno – il numero dei senza fissa dimora a cui dare un tetto.
Vogliamo ancora credere che il centro dell’azione delle politiche sociali sia la persona, non la risposta alle grida razziste e securitarie di che dice di voler “bonificare” Trento e le sue piazze dalla presenza di senzatetto e migranti.”



Officina Sociale
Trento