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Belgio, boom di consiglieri municipali immigrati

Solo a Bruxelles ne sono stati eletti 150, su un totale di 663. Il 15% degli extracomunitari era iscritto nelle liste elettorali.

Per la prima volta in Belgio, durante le elezioni comunali, gli extracomunitari hanno potuto votare. Anche solo il 15% degli extracomunitari era iscritto sulle liste elettorali la novità ha portato a un forte aumento di eletti di origine straniera. Solo nella capitale Bruxelles sono stati eletti ben 150 consiglieri municipali stranieri, su un totale di 663. Si tratta di un cambiamento che rivoluziona la politica del paese.
Fra i neoeletti di origine straniera i più numerosi sono turchi o marocchini, ma ci sono anche molti africani, latinoamericani, pachistani e cinesi. Una mappa che descrive bene la gamma di nazionalità che vive nel Paese. Nessuno, eccezion fatta dell’estrema destra xenofoba fiamminga, contesta la presenza nelle istituzioni di questi politici di origine extracomunitaria.

A Saint-Josse, uno dei 19 comuni della capitale, è un belga di origine turca ad essere il personaggio politico più popolare. Si chiama Emir Kir.
Situazioni simili si presentano nelle grandi città della Vallonia e delle Fiandre. Succede a Charleroi, Liege, Anversa e Gand. Fra i politici immigrati “emergenti” sono molti coloro che riescono a posti molto ambiti nel panorama politico belga.

E’ un successo per i partiti democratici che da anni appoggiano l’apertura del mondo politico agli immigrati che risiedono nel paese. Il fenomeno coincide tra l’altro con un indebolimento del partito xenofobo di centro destra Vlaams Belang. All’indomani delle elezioni comunali e provinciali in Belgio la stampa, nella sua grande maggioranza, è concorde nell’affermare che “l’ascensione dell’estrema destra nel paese non è inesorabile”. E’ questo uno dei titoli del quotidiano di Bruxelles: “Le Soir”.
L’esempio di Anversa, il grande centro portuale a nord del paese, è emblematico: i dati definitivi delle urne confermano che il partito fiammingo xenofobo Vlaams Belang (contro cui i partiti tradizionali hanno sempre fatto coalizione impedendogli di governare) deve cedere con il 33,5% dei voti la posizione di primo partito ai socialisti (Spa) del popolare sindaco Patrick Janssens che ha ottenuto il 35,2%.

Il partito xenofobo, che si presenta nelle Fiandre, la regione del nord del Belgio, perde inoltre voti rispetto alle elezioni regionali del 2004, e di conseguenza sembra tenere il cosiddetto ‘cordone sanitario’ creato dai partiti tradizionali per isolarlo.
A questo si aggiunge un altro elemento importante secondo gli analisti belgi: il Vlaams Belang cresce soprattutto nei piccoli centri ottenendo globalmente il 15,5% dei voti, mentre resta fermo in grandi città come Anversa, Malines e Gand dove ha invece è in calo dell’1,5%.