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da Il Mattino di Padova del 3 ottobre 2006

Padova – «Niente polizia davanti alle Cucine»

Suor Lia: «Siamo un servizio umanitario, si evitino le retate qui»

Via Tommaseo. La settimana scorsa la caccia ai clandestini

«Non vorrei vedere più la polizia davanti alle Cucine Popolari. Qui si svolge un servizio umanitario di pronto soccorso sociale, per cui fa specie una retata proprio all’ora di cena…».
Sono le parole di suor Lia Gianesello, responsabile delle Cucine Economiche Popolari di via Tommaseo, dette venerdì sera in un incontro organizzato dalla chiesa dello Spirito Santo, a Forcellini. Suor Lia ha raccontato che la settimana scorsa la polizia, durante una retata iniziata alla stazione, si è spinta fino alle scale delle cucine popolari.
Circostanza che la religiosa non ha gradito. Suor Lia è una coraggiosa testimone di carità dei nostri giorni. Le persone che si rivolgono alle Cucine Popolari sono prima di tutto uomini che chiedono aiuto: sono spesso clandestini, ma anche regolari e italiani in difficoltà.
E’ di solito una delle primissime tappe dello straniero povero e degli emarginati. Ci arrivano grazie al «passaparola» e a qualche opuscolo distribuito in passato che informa dell’esistenza di questo luogo. «Ma più spesso arrivano a grappolo – dice suor Lia – perchè si sono informati fra di loro». Certo la ferrea e generosa suora non ha nulla da rimproverare alle forze dell’ordine: «Non voglio polemiche con la polizia e non voglio che parlando troppo si aizzi una situazione già dura per gli ospiti che ci frequentano e che sono già emarginati». Il servizio umanitario svolto dalle Cucine è anzi un supporto dell’ordine stesso: suor Lia è convinta che le cucine rappresentino «un deterrente sociale: se le persone che vengono per mangiare possono contare su di noi non hanno bisogno di cercare altrove come sfamarsi», con il rischio di delinquere.
E sono ancora bisogni di prima necessità quelli che le persone cercano e ottengono dalle Cucine di via Tommaseo: «Noi offriamo una porta sulla strada – racconta suor Lia -, cosa potrebbe accadere se queste persone non avessero un posto dove lavarsi, usare una doccia, andare al bagno; nutrirsi; vestirsi; avere la garanzia di un servizio sanitario?». Suor Lia è persuasa che il servizio umanitario sia necessario, nonostante il fastidio mostrato senza troppi complimenti dai residenti della zona intorno a via Tommaseo.
La polizia, nel corso di una retata, si è spinta fino alle Cucine: e chi abita nella zona ha applaudito alla polizia sottolineando la frattura con il centro della diocesi.
Conclude suor Lia: «Non è raro che ci siano persone qua fuori che bivaccano. Si presentano sporchi in una nuvola di vociare e questo dà fastidio ai residenti».
(Elvira Scigliano)