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Diritti umani: i cancellati della Slovenia sono i cancellati d’Europa

Era il 26 febbraio del 1992 quando nel giro di poche ore più di 18 mila persone persero i loro diritti fondamentali. A fine novembre i “cancellati” della Slovenia hanno parlato al Parlamento Europeo.

I 18 mila in questione erano cittadini jugoslavi residenti in Slovenia che non regolarono il proprio status di cittadinanza entro i sei mesi contemplati dalla legge dopo l’indipendenza.
Non solo i 18 mila furono esclusi dalla categoria di nuovi ciattadini, ma non furono riconosciuti neanche come cittadini stranieri con residenza in Slovenia.
I “cancellati”, che erano solo stranieri jugoslavi, oggi ancora vivono senza diritti civili, sociali e politici.
La Corte Costituzionale ha dichiarato più volte l’incostituzionalità della “cancellazione”, ma lo stato sloveno si rifiuta di reintegrare i diritti a chi, da cittadino, quel giorno del 1992 si è trasformato in straniero illegale.Un gran numero di loro si è ritrovato apolide, molti sono stati rinchiusi nei cpt ed espulsi, migliaia sono stati costretti a lasciare il paese.
Per questo, dal 27 al 29 novembre una carovana è partita da Lubiana con destinazione Bruxelles, per fare iscrivere la questione dei cancellati fra le priorità dell’agenda europea.
Per ribadire che i cittadini cancellati della Slovenia sono anche cittadini cancellati d’Europa.

La carovana Lubiana-Bruxelles degli sloveni cancellati raccontata da uno dei partecipanti

Il caso degli sloveni cancellati. Ser. di M. Coronati

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