Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da L'Arena di Verona del 20 dicembre 2006

Io, avvocato e attivista a fianco delle minoranze

Stranieri e precari sono due facce dello stesso problema. E hanno bisogno di rappresentanza politica

Personaggio. Roberto Malesani, co-fondatore del Coordinamento migranti, delinea un nuovo ruolo nell’impegno legale

La sua è stata una scelta controcorrente. Anzi, come afferma lui stesso, una scelta ideale. Lui Roberto Malesani, 47 anni, avvocato veronese laureato a Bologna, di estrazione civilista, consigliere e co-fondatore del Coordinamento dei migranti, che oggi conta circa duemila iscritti, impegnato sul fronte della difesa dei diritti degli immigrati e protagonista di battaglie per il diritto alla casa, al lavoro e al riconoscimento di una nuova cittadinanza per chi lascia il proprio Paese per venire in Italia.
“Il tema dell’immigrazione mi ha sempre appassionato”, spiega l’avvocato Malesani, “per i suoi contenuti fatti di contrasti, di difficoltà, di drammi umani ma anche per la complessità della materia giuridica. Basti pensare che la prima legge in materia d’immigrazione, la Martelli, risale appena al 1996 a cui si sono succedute la Turco-Napolitano e la Bossi-Fini”.
Ma, al di là dell’interesse giuridico, per Malesani la scelta di curare gli interessi di chi solitamente non ha voce e i cui diritti vengono spesso disattesi se non ignorati, è stata una scelta esistenziale.
“In realtà non indosso solo la veste del legale”, continua Malesani, “ma anche quella del mediatore istituzionale che non tralascia l’impegno attivo, con iniziative sul territorio, come quella, recente, della presenza in circoscrizione a San Michele in occasione della visita del sindaco Zanotto. Ma l’impegno per gli immigrati ormai non può essere scisso da quello parallelo per i precari”.
Non si tratta più di un problema sociale ma di una questione di rappresentanza politica. Per questo dal coordinamento dei migranti, sostiene Malesani, “si deve arrivare a una rappresentanza di base, a un sindacato di base, che si realizza con gli sportelli dei centri sociali e con la rete IWW, sigla inglese che sta per lavoratori invisibili nel mondo. E’ questo il dato politico nuovo che si è sviluppato a Verona come in altre parti d’Italia: un movimento che vuole avere una sua rappresentanza politica. Occorre un riconoscimento politico delle minoranze organizzate”.
La precarizzazione progressiva del mondo del lavoro comprime i diritti di cittadinanza, puntualizza l’avvocato Malesani che scopre così un altro aspetto del suo impegno come legale e come attivista, “due ruoli che non possono essere scissi. Perchè la professione dell’avvocatura non può faee riferimento a una corporazione ma deve porsi nell’ottica dell’attivismo”.
Roberto Malesani rifiuta l’etichetta di “avvocato dei poveri” anche se non disdegna certo il patrocinio gratuito. Il suo obiettivo, come legale e come soggetto attivo per la difesa dei diritti di precari e migranti, l’individuazione di un ragionamento politico sulla condizione della precarietà in generale. Dipenderà molto dalla capacità dei precari di porre fortemente le condizioni del recupero del reddito e di una migliore qualità della vita realizzando una rete comune nel mondo, diventando un soggetto politico riconosciuto, che venga ascoltato dalle istituzioni quando si tratta di fare scelte economiche e politiche”. E suggerisce “una legge più umana sull’immigrazione, che rompa la logica che obbliga lo straniero ad avere un lavoro per poter rimanere in Italia, perchè da qui partono le discriminazioni per avere un’occupazione e una casa, nonchè le condizioni per sfruttare lo straniero”.

di Elena Cardinali