Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da La Repubblica del 1 agosto 2007

Cpt, scatta il rimpatrio nella notte

Ordine di espulsione per il gruppo di egiziani protagonisti degli incidenti. Gli immigrati feriti hanno fratture alle gambe

Quello che gli egiziani ribelli rinchiusi al Cpt temevano e contestavano, l’annuncio di un altro giro di rimpatri veloci e inappellabili, è avvenuto. Per una cinquantina di ospiti della struttura colabrodo del San Paolo, devastata dalla rivolta di massa di domenica pomeriggio, ieri è arrivato l’ordine di rimpatrio coatto. All’aeroporto di Palese è stato predisposto un charter speciale per l’Egitto, il decollo è stato programmato per le tre e cinquanta di notte.

Nei blocchi dai quali è partita la sollevazione, che ha fatto guadagnare la libertà a 32 persone, prima dello sfoltimento c’erano ancora 121 immigrati. Altri otto, i cinque feriti durante la grande fuga e i tre che lunedì vagavano nei campi di Palese, sono stati ricoverati per fratture agli arti inferiori, elencate dal bollettino sanitario diffuso dalla Asl. Solo per uno, garantire le prime cure, si sono prospettate le dimissioni immediate e il trasferimento là dove tutto è cominciato, il Cpt. Un nono contuso è tra i quattro connazionali che, arrestati per una sfilza di accuse, incastrati dalle telecamere di sicurezza e da una dozzina di testimonianze, oggi saranno scortati a Palazzo di giustizia per la direttissima. In contemporanea, in prefettura, questa mattina si parlerà di evasioni e di barricate alla ordinaria seduta del Comitato provinciale per l’ordine di sicurezza. L’argomento Cpt è stato aggiunto in extremis all’agenda. E non poteva essere diversamente. Il Viminale esige spiegazioni, per rispondere a critiche e denunce che continuano a piovere da più parti.

E i servizi di vigilanza al Centro, potenziati a posteriori dal questore, con l’aggiunta di 15 unità per turno, potrebbero aver bisogno di ulteriori aggiustamenti. Quanto al presunto minorenne passato dal Cpt all’ospedale, con un calcagno fratturato, dalla questura replicano che «si tratta di un falso problema»: «a Lampedusa aveva detto di essere minorenne, ma le radiografie al polso, fatte in un centro pubblico, hanno dimostrato che ha più di 18 anni. E un giudice di pace ha convalidato il trattenimento. Sulla scheda è rimasta la “vecchia” data di nascita, il 1992, perché i dati anagrafici dichiarati dagli stranieri non vengono aggiornati finché dalle autorità consolari non arriva l’identificazione certa». Da via Murat, smorzando altre voci circolate in serata, confermano che un «minore certo» era davvero finito per sbaglio al Centro di permanenza ed «è stato trasferito in una comunità esterna, il 27 luglio, appena si è accertato che era under 18».
Lorenzo Pleuteri