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UNHCR – Pubblicato il rapporto 2006 relativo alle linee di tendenza globale dei dati sui rifugiati

Lo scorso luglio l’UNHCR – Agenzia ONU che si occupa di rifugiati e sfollati – ha pubblicato il quarto rapporto, relativo all’anno 2006, sui trend globali delle persone seguite dall’organizzazione.
Il rapporto, come specificato, è relativo alle sole persone a carico dell’Agenzia e non include i numeri delle popolazioni che fuggono da guerre e conflitti a carico di altre agenzie, come i 4,3 milioni di Palestinesi seguiti da UNRWA.
Il totale delle persone seguite è di 32,9 milioni e mostra un significativo aumento rispetto ai dati forniti nel 2005.
L’aumento è dovuto, in parte, a una differente modalità di rilevazione dei dati, come spiegato nel rapporto.
Il rapporto include sette diverse categorie di assistiti:
a. rifugiati,
b. richiedenti asilo,
c. sfollati interni (internally displaced persons),
d. rifugiati che hanno fatto ritorno al proprio paese,
e. sfollati interni tornati a casa,
f. apolidi (staless, senza stato perché non riconosciuti da alcuno stato come propri cittadini).
Include inoltre persone che pur non essendo riconducibili a nessuna delle tipologie precedenti, sono in qualche misura seguite dall’organizzazione.

Nel 2005 le persone seguite erano 21 milioni e il maggior incremento è tra la categoria degli sfollati interni, mentre la popolazione di rifugiati è aumentata per la prima volta dal 2002 ed stimata intorno ai 9,9 milioni di persone. Gli apolidi, 5,8 milioni sono più raddoppiati rispetto all’anno precedente (2,4 milioni).
Il rapporto riporta dati e paesi di origine di ciascuna di queste categorie di persone, delle quali riportiamo quelle di rifugiati e richiedenti asilo in quanto relativi a persone accolte anche in Italia e in Europa, le cui politiche, come rileva anche l’UNHCR, hanno forte impatto sul numero di richieste di asilo presentate nelle diverse aree del pianeta.

Rifugiati
A partire dal 2002 il numero di rifugiati ha avuto un costante calo. Lo scorso anno si è registrata un’inversione di tendenza. Al termine del 2006 con 9,9 milioni di persone – il numero più alto in cinque anni – si rileva un aumento del 14% rispetto all’inizio dell’anno. Il dato più elevato riguarda i 1,2 milioni di rifugiati iracheni accolti in Siria e Giordania. Il secondo fattore di aumento è dato da un diverso metodo di rilevazione della popolazione di rifugiati, in particolar modo negli Stati Uniti d’America, che pure ha visto un aumento delle presenze effettive, mentre, rileva il rapporto, numerosi paesi industrializzati non forniscono rilevazioni statistiche sulla popolazione dei rifugiati, dei quali è possibile solo fare stime.
Un’importante diminuzione è da segnalare nei paesi dell’Africa Occidentale e Australe, grazie all’alto numero di ritorni volontari in Liberia e Angola. Relativamente all’Africa si registra un unico incremento relativo alla zona est e del Corno d’Africa, causato dai rifugiati del Ciad in Sudan e ad una diversa stima dei rifugiati eritrei in Sudan (circa 40,000).
L’Africa si attesta come la regione che accoglie il maggior numero di rifugiati, un quarto, seguita da Europa (18%), America (10%), Asia e pacifico (9%).
Il Pakistan continua ad essere il paese con il più alto numero di rifugiati, di nazionalità afgana, di cui sono rilevati i numero di coloro che vivono nei campi profughi.
Altre persone non accolte nei campi ma presenti nel paese potrebbero sfuggire alle stime in quanto non seguiti dall’agenzia. Il secondo paese per numero di rifugiati accolti è l’Iran. I due paesi accolgono il 20% dei rifugiati a livello globale. Secondo il nuovo metodo di rilevazione adottato, negli Stati Uniti si registra un numero di rifugiati pari a 844,000; in Siria 702,000; in Germania 605,000; Giordania 500,000; Tanzania 485,000.
L’Afghanistan rimane il paese di origine del più alto numero di rifugiati. Al termine del 2006 erano 2.1 milioni, accolti in 71 differenti paesi e pari al 21% della popolazione globale di rifugiati. Gli iracheni costituiscono il secondo gruppo, con 1,5 milioni di persone, accolti per la maggioranza dei casi nei paesi vicini. Il numero di rifugiati iracheni è quintuplicato nel corso del 2006, ma pochi arrivano in Europa, come commentato in un precedente articolo in cui si riportavano le preoccupazionei del portavoce dell’UNHCR William Spindler.
Il Sudan, con 686.000 persone che trovano rifugio fuori dal paese è al terzo posto. Somalia, Repubblica Democratica del Congo e Burundi sono gli altri paesi originari dei più elevati numeri di rifugiati.
La conseguenze dei nuovi metodi di rilevazione mette in luce un aumento di numero di rifugiati negli USA (rifugiati bosniaci, aumento del 33%), Germania (turchi, +82%) e Sudan (Eritrei, +30%).

Richiedenti asilo
Il Sud Africa è diventato il paese con il più alto numero di nuove richieste di asilo, seguito da Stati Uniti, Kenya, Francia, Regno Unito, Svezia e Canada.
Rispetto alle nazioni di provenienza, il più alto numero di nuovi richiedenti proviene dalla Somalia, seguito da Iraq, Zimbabwe, Eritrea, Cina e Rwanda.
Si stima che le domande prese in esame nel corso del 2006 sia pari a 691.000, il 17% in meno rispetto al 2005, calo spiegabile in parte con la complessiva diminuzione di nuove domande di asilo. Circa 196,000 persone hanno visto riconoscere lo status di rifugiato o una diversa forma di protezione. In Europa 33.200 persone hanno ottenuto lo status ai sensi della Convenzione di Ginevra e 37.500 forme di protezione sussidiaria. Mentre quest’ultimo dato è uguale a quello del 2005, il numero dei rifugiati riconosciuti rispetto all’anno precedente ha subito un calo del 34%. Secondo il rapporto la diminuzione sarebbe causata dalle politiche più restrittive in materia di asilo adottate dai paesi europei.

Inoltre, si segnala che il numero di domande pendenti è in continuo calo ed è il più basso negli ultimi dieci anni, con 740.000 domande in attesa di essere esaminate. Questo, si spiega, in parte è causato da un aumento di efficienza delle procedure, ma anche dal calo delle domande riscontrato soprattutto in Europa.

Scarica il rapporto.

Quello che traspare dai dati e da altre notizie sulla situazione di richiedenti asilo e rifugiati, è una forte preoccupazione per il rispetto dei diritti basilari di queste persone.
La situazione degli iracheni, come denunciata ancora alcuni giorni fa da Human Rights Watch;
le uccisioni al confine tra Egitto e Israele di sudanesi in fuga dal proprio paese; carecerazioni di massa ed espulsioni da parte dei nuovi guardiani d’Europa, come Libia e Turchia; il limbo in cui si trovano i rifugiati in Marocco, riconosciuti dall’UNHCR ma non dal governo, indicano come, per guardare solo alla cronaca degli ultimi giorni, vi sia sempre più una volontà di tenere che cerca di scappare intrappolato nella propria terra e nella propria regione, senza causare costi a chi quel paese bombarda e sostanzialmente lontano da Europa e Stati Uniti.

Elisabetta Ferri, Progetto Melting Pot