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Bologna – La scena dell’incontro: spettacoli, pensieri, immagini di un teatro che incontra l’altro

Spettacoli, pensieri, immagini di un teatro che incontra l’altro

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La scena dell’incontro è la concretizzazione di quel desiderio di sguardo, di conoscenza e di apertura verso il mondo che da anni caratterizza e continuamente ridisegna il lavoro e la poetica della Compagnia del Teatro dell’Argine, tanto nel fare spettacoli quanto nell’ospitarli; tanto in progetti come A teatro con 1 € o il Festival delle Scuole quanto nel fondamentale lavoro di pedagogia teatrale, che ogni anno coinvolge oltre 2.500 persone dai 3 agli 80 anni e che ha al suo centro il fare teatro, il farlo in un certo luogo e in un certo modo.

La scena dell’incontro è tante cose: è il piccolo-grande evento di teatro itinerante Sulle dita di una mano, un viaggio teatrale attraverso cinque spettacoli, creati a partire da testimonianze di prima mano che circa un’ottantina di ragazzi tra i 15 e i 25 anni hanno raccolto nei loro colloqui con coetanei brasiliani, boliviani, israeliani, palestinesi, iraniani e mozambicani; è la creazione di una compagnia teatrale multiculturale che ha dato alla luce già tre spettacoli con tre gruppi di richiedenti asilo politico; è la creazione di un archivio di storie provenienti da vari paesi del mondo, storie che partono da un vissuto quotidiano, dalla necessità di resistere, dalla voglia di creare un futuro migliore, dalla lotta contro le ingiustizie, dalla necessità di sognare per evadere da una situazione troppo dura, storie che sono state alla base della realizzazione degli spettacoli già descritti e che in un futuro, auspicabilmente, saranno la fonte di nuovi spettacoli, idee, progetti, letture, performances.

Un progetto della Compagnia del Teatro dell’Argine
in collaborazione con Gianluigi Gherzi

con il patrocinio di
Comune di San Lazzaro-Assessorati alla Cultura e alla Qualità Sociale
Provincia di Bologna-Assessorato alla Cultura
Regione Emilia-Romagna

e in collaborazione con ISCOS Emilia Romagna e Centro interculturale “Massimo Zonarelli”
con la partecipazione di Amnesty International, Amref, Coopi, Emergency

«La scena dell’incontro è la prima battuta di un dialogo che ci trasformerà.Il nostro interlocutore è l’altro, percepito come tale perché portatore di un’altra cultura.La scena dell’incontro è uno spalancarsi di porte, un grido gioioso che dice entrate, un luogo che si riempie e riempiendosi cambia il senso con cui lo diciamo nostro.
È un lancio di semi in un terreno inospitale.
È una forma di resistenza attraverso pratiche di incontro, riflessione, lavoro e creazione.
È uno sguardo sull’altro che ci fa sentire guardati.
E’ uno scoprire che ci fa sentire scoperti.
È un abbraccio che sbilancia».
Pietro Floridia

«Arrivano. Sono persone, in carne ed ossa. Sono condizioni, che chiedono di essere conosciute. Sono paesi e popoli che sembravano scomparsi dalla cartina del mondo. Sono storie e racconti. Sono corpi, e biologie differenti. Abbiamo voluto creare una scena dell’incontro. Dove guardarsi in faccia e ragionare insieme su cosa unisce le vite. Per accettare una reciproca messa in discussione. Per praticare una relazione meticcia, al di fuori e oltre gli schemi rassicuranti che dividono il mondo tra chi assiste e chi è assistito. Scena dell’incontro, perché le culture si danno vitali solo nella loro trasformazione. Abbiamo pensato che il teatro potesse essere uno dei luoghi di questa scena dell’incontro. Non solo parola civile, di denuncia e di responsabilità, ma luogo in cui riflettere sulle nostre identità mutanti, per creare parole, segni, scene del mutamento che ci cambia».
Gianluigi Gherzi