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da Il Piccolo di Trieste del 11 ottobre 2007

Turigliatto al ministro: il Cpt di Gradisca deve essere chiuso subito

L’intervento prende le mosse dalla visita effettuata a fine settembre, subito dopo le rivolte portate avanti dai clandestini egiziani

Gradisca. Chi ha autorizzato la sera del 23 settembre l’uso di gas lacrimogeni per sedare la rivolta all’interno del Cpt e quali sono state le modalità e le procedure che hanno portato al rimpatrio dei cinquanta cittadini egiziani ospitati fino al 25 settembre nella struttura di via Udine? Sono questi in estrema sintesi i nodi dell’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro degli Interni Giuliano Amato dal senatore Franco Turigliatto.
La richiesta di chiarimenti è maturata dopo la visita effettuata dallo stesso leader di Sinistra Critica all’ex caserma Polonio lo scorso 28 settembre.
Nell’occasione, ricorda Turigliatto nel documento, «diversamente di quanto avviene in altri centri», era anche stato negato l’accesso al consigliere regionale dei Verdi Alessandro Metz e al suo collaboratore Dario Antonaz, oltre che ad altri soggetti giunti in rappresentanza di associazioni di assistenza.
Nell’articolata premessa il senatore rileva che la sostituzione delle inferriate con vetri anti-sfondamento non ha modificato nella sostanza la fruibilità degli spazi, «del tutto simili a quelli di un carcere di massima sicurezza»; che i richiedenti asilo trascorrono parte del loro tempo in condizioni identiche a quelle di chi è trattenuto in attesa di identificazione o di espulsione; che a partire dall’estate la presenza al suo interno di quasi 250 persone ha modificato gli assetti ormai consolidati dalla struttura; che secondo alcune testimonianze da lui raccolte gli egiziani espulsi e altri migranti sono stati ammanettati per dieci ore consecutive; che la verifica delle domande di asilo è stata «straordinariamente rapida e sollecita»; che tutte le domande sono state rigettate; che, secondo molte fonti, «nelle carceri egiziane è praticata la tortura» e che nel Paese africano «gli oppositori politici sono stati violentemente repressi» come è successo nel caso dell’imam Abu Omar.
Il senatore Turigliatto chiede dunque al ministro Amato quali siano state le ragioni che hanno portato a ospitare nella struttura di Gradisca soggetti con necessità di trattamento diverse; chi sia stato a richiedere l’intervento delle forze di polizia la sera del 23 settembre nonché il lancio dei gas; se i lacrimogeni utilizzati corrispondono alle normative nazionali e internazionali vigenti; se al Ministro risulti il trattamento lesivo dei diritti umani relativo al prolungato ammanettamento per decine di ospiti; se ciascuna domanda di asilo sia stata effettivamente analizzata con scrupolo; se i richiedenti hanno potuto scegliere la rappresentanza legale; i motivi per i quali i cittadini egiziani sono stati ospitati nella sezione Cpt anziché in quella Cpa; quale sia l’effettivo ammontare delle spese di trattenimento individuale; quali siano le ragioni che hanno impedito l’accesso alla struttura a esponenti istituzionali e a loro collaboratori e, da ultimo, visti i gravi problemi relativi al Cpt, Turigliatto chiede ad Amato di intraprendere immediate misure «ivi compresa la sua chiusura».
Stefano Bizzi